Sale il numero dei passeggeri positivi che, il 28 aprile scorso, a bordo di un volo proveniente dall’India erano sbarcati a Fiumicino. Inizialmente, delle 223 persone (213 passeggeri e 10 componenti dell’equipaggio) – dopo uno screening a tappeto – 23 erano risultate positive al tampone. Poi, come aveva comunicato l’Istituto Spallanzani con una nota, di quei 23 solo uno aveva presentato tutte le mutazioni tipiche della variante indiana B.1.617, compresa quella della proteina Spike in posizione 484.
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Covid Lazio, 86 positivi sul volo dall’India a Roma
A quei 23 casi positivi, però, come riporta il Corriere della Sera, ne andrebbero aggiunti altri 63, tutti i cittadini indiani che si sono positivizzati e ora sono in isolamento allo Sheraton dell’Eur. Ad affermarlo è stato proprio l’assessore Alessio D’Amato, con il conto dei contagi che arriva così a 86, su un totale di 223 persone arrivate dall’India a Fiumicino. Ancora non si sa se si tratti o meno di variante indiana: spetterà all’Istituto Spallanzani analizzare e sequenziare i tamponi per capire se ci siano casi riconducibili alla mutazione.
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Intanto, la comunità Sikh nella provincia di Latina continua ad essere sotto controllo, anche se al momento non è stata riscontrata la variante indiana. L’Istituto Spallanzani ci ha tenuto a ribadire che “allo stato attuale non vi è dimostrazione di aumentata contagiosità e patogenicità delle varianti indiane. Perquanto attiene alle varianti in generale, si ribadisce che è importante monitorarle e studiarle per adeguare le misure di prevenzione e contenimento, ma è prevedibile che nuove varianti sicuramente continueranno ad emergere e a diffondersi, come è nella natura del virus. L’importante – conclude la direzione sanitaria – è non dimenticare che la lotta è al virus, non alle singole varianti”.