Non arresta la sua corsa. Anzi, il virus continua a circolare e la pandemia, che da anni, ormai, ha stravolto le vite di tutti, non si può dire (e purtroppo) sconfitta. La battaglia sembra ancora lunga e i nemici, tra varianti e sotto varianti, sono dietro l’angolo. Sicuramente, una delle mutazioni più ostica e contagiosa resta l‘Omicron, che in poco tempo è diventata ceppo dominante in tutto il mondo, compresa l’Italia. E che, addirittura, può colpire e infettare una persona più di una volta, anche nello stesso mese.
Donna spagnola contagiata due volte in 20 giorni con l’Omicron
E che Omicron sia la variante più contagiosa lo dimostra il caso di una giovane donna spagnola, che è stata contagiata ben due volte in 20 giorni. Lei, operatrice sanitaria, aveva anche terminato il ciclo di vaccini e aveva effettuato la terza dose, eppure si è contagiata prima con Delta, poi tre settimane dopo è risultata di nuovo positiva, questa volta però ha dovuto fare i conti con Omicron. L’episodio, che è stato riportato in occasione del Congresso della società europea di malattie infettive e microbiologia clinica (Eccmid), rappresenta un caso di doppia infezione. Sicuramente molto ravvicinata nel tempo.
Pare che la donna spagnola si sia positivizzata la prima volta il 20 dicembre del 2021, poi una seconda volta il 10 gennaio del 2022, solamente 20 giorni dopo.
Cosa ne pensano gli esperti sui casi di reinfezione
Chi ha preso il Covid, quindi, non può dormire sonni tranquilli perché l’incubo della reinfezione esiste. Ed è reale. D’altra parte, una delle autrici dello studio, Gemma Recio dell’Institut Català de Salut di Tarragona in Spagna, ha spiegato: “Questo caso mette in evidenza il potenziale della variante Omicron di eludere la precedente immunità acquisita da un’infezione naturale con altre varianti o da vaccini. Le persone che hanno avuto il Covid non possono presumere di essere protette dalla reinfezione, anche se sono state completamente vaccinate. Tuttavia, sia la precedente infezione con altre varianti che la vaccinazione sembrano proteggere parzialmente da malattie gravi e ospedalizzazione con Omicron”.
Per l’esperta, quindi, bisogna “effettuare la sorveglianza genomica dei virus nelle infezioni che colpiscono persone completamente vaccinate e nei casi di reinfezione in persone guarite. Questo monitoraggio aiuterà a rilevare le varianti con la capacità di eludere parzialmente la risposta immunitaria”. Con l’augurio che prima o poi il virus, con tutte le sue varianti, diventi parte del passato.