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Condannata Tamara Pisnoli, l’ex moglie di Daniele De Rossi: “Una vita fatta di violenze e minacce”

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L’ex moglie del capitano della Roma Daniele De Rossi, Tamara Pisnoli, è stata condannata a 7 anni e due mesi per la tentata estorsione ai danni dell’imprenditore Ieffi. Pesante il verdetto dei giudici di piazzale Clodio per i quali Tamara Pisnoli ha dedicato la sua vita “all’uso della violenza e della minaccia”. Queste le motivazioni contenute nella sentenza che ha portato alla condanna della donna per tentata estorsione e rapina aggravata. La Pisnoli, si legge ancora,  aveva “come unica preoccupazione quella di non creare attriti con altri esponenti della criminalità locale”

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La vicenda che vede coinvolta Tamara Pisnoli 

La vicenda che vede coinvolta l’ex moglie di De Rossi è quella del sequestro dell’imprenditore Antonello Ieffi. Come ricostruito dai giudici, la donna aveva preteso dall’uomo un prestito per avere un anticipo necessario ad acquistare una licenza per l’installazione di un impianto fotovoltaico. Questo almeno fino allo recessione del contratto, avvenuta da parte della stessa Pisnoli dopo la fine della storia con Manuel Milano, fratello di Francesco Milano, uno dei due complici che sono stati condannati insieme alla donna. A quel punto a finire nel mirino, per motivazioni economiche, l’imprenditore Ieffi accusato dalla Pisnoli di essere inadempiente. Tuttavia i soldi non tornano indietro e per l’imprenditore inizia così un vero e proprio incubo. 

Il brutale pestaggio 

Portato in casa da Tamara Pisnoli, viene pestato. I fatti risalgono al luglio del 2013 e nell’abitazione ci sono anche quattro uomini, i quali non si fanno scrupoli nel mettere a segno la violenza. Spunta anche un coltello a serramanico, usato per ferire la testa dell’imprenditore che poi è dovuto ricorrere a diversi punto di sutura. Un vero e proprio massacro durante il quale gli vengono sfilati un Rolex e 900 euro. Anche se Ieffi è in fin di vita, un altro complice della donna lo mette in auto per portarlo in un appartamento al Trullo, dove sarebbe dovuto rimanere fino alla restituzione dei soldi.

Ma l’imprenditore viene poi abbandonato nei pressi della Portuense. Con sé aveva un telefonino nascosto con il quale ha potuto chiamare la fidanzata allertando i soccorsi. Un brutale pestaggio dove la donna si è mostrata irremovibile: “È rimasta a guardare senza intervenire per interrompere la violenza, o apparire sconvolta o impaurita, ma semplicemente adottato una smorfia di disgusto quando ha visto il sangue colare copiosamente” dalla testa dell’imprenditore. 

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