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CONDANNA CORTE DEI CONTI, LA VERSIONE DI DE FUSCO
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Condanna da parte della Corte dei Conti, l’ex sindaco Enrico De Fusco non si sente colpevole e fornisce le sue precisazioni. “Premesso che ho già concordato con i miei legali di procedere immediatamente in appello avverso la sentenza della Corte dei Conti – ha dichiarato De Fusco – nel merito delle due questioni in oggetto, preciso e puntualizzo che la prima condanna del pagamento di poco più di 500 euro, oltretutto già da me versati all’Ente Comunale, non riguarda una vicenda di oggi, ma risale ad oltre venti anni fa, quando io, allora Assessore allo Sport, feci allacciare l’energia elettrica non a campi sportivi privati, ma al centro sportivo del comitato di quartiere di Torvajanica Alta”. “La seconda e attuale condanna – ha proseguito De Fusco – provvisoria, riguarda una vicenda che risale a Settembre del 2006, appena eletto Sindaco. In tale circostanza la Giunta tutta apportò modifiche al regolamento per la nomina del nucleo di valutazione e su tale base io adottai un provvedimento per la nomina dei tre membri con il parere di legittimità e finanziario. I membri del nucleo di valutazione potevano essere scelti senza paletti fissi, tant’è che da gennaio 2011 furono stabilite norme precise atte a disciplinare la nomina degli stessi. Va oltretutto specificato che i soggetti in questione hanno negli anni svolto un lavoro encomiabile, con dedizione e professionalità. Testimonianza ne sono le varie relazioni protocollate ed approvate dai responsabili e dagli organi di competenza. Quindi, a mio avviso, non vi è stato il benché minimo danno erariale né sperpero di denaro pubblico. Sperperare significa utilizzare in modo improprio le risorse e senza ottenere alcun risultato. Il “vecchio” nucleo di valutazione è stato retribuito perché ha svolto un’attività che ha prodotto risultati per nulla inferiori all’attuale nucleo di valutazione”. De Fusco non si sente affatto colpevole di danni verso le casse comunali. “Non ritenendo di aver causato alcun danno erariale all’Ente – ha commentato – non solo ricorrerò in appello, ma qualora fosse necessario, anche in Cassazione, visto che pur non avendo ricevuto l’invito a dedurre, né presso la mia abitazione, né presso la Casa Comunale, dove avrei potuto dare le mia versione dei fatti difendendo il mio operato? Nella Sentenza della Corte dei Conti,m infatti, mi si contesta l’assenza all’invito. Sono certo che chi dovrà giudicare in sede d’Appello il mio atteggiamento capirà perfettamente la totale buona fede del sottoscritto e della Giunta e verificherà la totale assenza di un danno erariale per un’attività realmente svolta”.