Ancora una denuncia per Fedez da parte dell’Associazione dei consumatori. Giusto ieri, il rapper era stato assolto da un processo per diffamazione. Oggi è spuntata un’altra denuncia, che riguarda la raccolta fondi per i lavoratori dello spettacolo.
La raccolta fondi
5 milioni di euro. Questo il bilancio della raccolta fondi indetta dal cantante rapper. 5 milioni di euro raccolti per i lavoratori dello spettacolo. Tuttavia, questa raccolta è stata denunciata dalla Codacons, che ora chiede il sequestro del ricavato. Fedez, questa volta, non ha ironizzato, come accaduto in passato, ma ha deciso di dire tutto ciò che pensa, senza filtri.
“Non ne posso più”
Fedez mostra la raccomandata, fa leggere cosa ci sta scritto, e poi esplode: “Ne ho pieni i cog*****. Ennesima raccomandata, dove riescono a paragonare la nostra raccolta fondi, dove abbiamo raccolto più di 5 milioni di euro per i lavoratori dello spettacolo, a quella di Malika che si è comprata la Mercedes e richiedono di procedere all’immediato sequestro. Fate schifo, sono stufo di essere perseguitato da voi. E’ incredibile che nessuno faccia niente per controllare voi, che so quello che fate. So come lo fate. Sono stufo di essere perseguitato da voi pure quando le persone fanno del bene. Vergognatevi.” E la risata, come dice lui, questa volta non arriva, anzi, iniziano le accuse: “Cerco sempre di farmi una risata però si è arrivati a un punto in cui è veramente insostenibile questa cosa. Io ricordo che il Codacons durante il primo lockdown chiedeva i soldi alle persone con un banner con scritto ‘donate per l’emergenza coronavirus’, quando i soldi andavano direttamente a loro, che con l’emergenza sanitaria nulla avevano a che fare. Questi hanno il coraggio di venire a rompere i cog*** dove degli artisti hanno raccolto milioni di euro per aiutare i lavoratori dello spettacolo e paragonarla alla raccolta fondi di una ragazzina che si è comprata una Mercedes. Ma come ca*** è possibile che in questo Paese sia possibile fare tutto questo? Ho almeno una trentina di denunce, devo andare in tribunale per trenta volte con questi str*** che intasano i pubblici uffici. Mi sono rotto il ca***. Non è possibile. Non è possibile una cosa del genere.”
La risposta del Codacons
Anche il Codacons, dopo aver visto il video, ha replicato con una nota: L’atto “presentato dalla nostra associazione e a cui il rapper fa riferimento è finalizzato proprio a tutelare le raccolte fondi come quella avviata da Fedez, e a garantire trasparenza e correttezza ai donatori circa la destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti. Una richiesta, come si legge nell’atto, che chiama in causa anche i recenti fatti di cronaca, come il caso di Malika che ha tenuto banco sulla stampa per giorni e ha minato la fiducia dei cittadini verso le iniziative di beneficenza, senza minimamente paragonare la raccolta di Fedez a quella della ragazza”. Poi si entra nel merito delle “accuse mosse dal rapper verso la nostra associazione, gli insulti, l’arroganza, le menzogne contenute nel suo video e la violenza dimostrata nei nostri confronti varranno a Fedez una nuova querela per diffamazione che il rapper si sarebbe potuto evitare se solo avesse letto (e compreso) l’atto che gli è stato notificato. In favore dell’influencer stanziamo volentieri una piccola somma per pagare un giovane docente di italiano che, da oggi, manderemo a casa di Fedez quando dovrà leggere atti da noi scritti, per essere certi che li legga e li comprenda a fondo“.