Bimbo muore dopo una circoncisione clandestina in provincia di Roma: condannata una colf nigeriana a 8 anni di carcere
E’ stata fatta piena luce e giustizia sulla morte di un bambino, deceduto dopo un intervento abusivo di circoncisione. A compiere l’operazione, in maniera totalmente clandestina, era stata una colf. La donna era conosciuta dalla comunità nigeriana a Roma, considerato come per trent’anni aveva praticato questa tipologia d’interventi senza nessun tipo di attestato clinico. Si serviva solo di una referenza, proveniente da un capo villaggio religioso in Nigeria.
La morte per circoncisione del neonato
I fatti avvengono il 24 marzo 2023, quando la famiglia del piccolo si presenta in Caserma: quella notte, con loro, c’è anche il bimbo in fin di vita. I genitori parleranno di un malore al figlio, ma le indagini dei militari scoprono l’amara verità dietro quella vicenda: il neonato era morto per complicazioni dopo l’intervento chirurgico clandestino.
Come spiega La Repubblica, il primo indizio nel pannolino del bimbo, dove il piccolo aveva perso tanto sangue dai genitali. Altre prove sono state rinvenute nella casa della famiglia africana, dove i Carabinieri hanno trovato siringhe, bende, asciugamani e pannolini sporchi di sangue. Come dimostreranno le indagini, il bimbo era stato operato dalla colf con un taglierino monouso, peraltro bagnato solamente nell’alcol. Per disinfettare la ferita, la donna aveva utilizzato dell’olio di vasellina: elementi che, a detta dei magistrati, avrebbero procurato un’infezione al bimbo e poi portato al decesso per dissanguamento.
La condannata per le circoncisioni clandestine
La donna praticava circoncisioni alla gran parte dei cittadini della comunità nigeriana laziale, seguendo solamente i dettami biblici legati a questa pratica. Per gli interventi chiedeva solamente 300 euro, come peraltro fece anche quella notte con la famiglia africana di Monte Compatri. Nel suo passato quasi trent’anni d’interventi, dove potrebbero nascondersi altri episodi tragici mai arrivati agli occhi della giustizia italiana. Per la donna, la condanna inflitta è stata di 8 anni. Insieme a lei, condannata la mamma del piccolo a 6 anni di reclusione.