Roma è una Città Eterna ma cangiante, dalle mille sfaccettature. Come tale, è senza tempo e al contempo mai uguale a se stessa, è quindi molto difficile stilare una lista delle cose imperdibili della Capitale, perché non si finisce mai di scoprirla. Certo, se preferite un tour tradizionale, vi potremmo suggerire il Colosseo, la scalinata di Trinità dei Monti, il Pantheon o Fontana di Trevi, ma ci sono dei luoghi a Roma che sono altrettanto speciali e che potete visitare senza il rischio di essere sommersi dai turisti e senza essere costretti a sorbire delle lunghe code.
Se cercate un tour meno inflazionato, ma altrettanto tipico e sofisticato, ecco allora le nostre cinque proposte per visitare Roma e, perché no… Vantarvi con i vostri amici di un’esperienza nella Capitale oltre ai luoghi comuni.
Visitare piazza Navona e scoprire i segreti della Fontana dei Quattro Fiumi
Piazza Navona è uno dei complessi urbanistici più spettacolari e caratteristici della Roma barocca. Prima di accogliere artisti, pittori e locali su tutta la sua circonferenza, la piazza ospitava infatti lo Stadio di Domiziano, della cui pista sono conservate la forma e le dimensioni. Piazza Navona era quindi adibita per finalità ludiche, una parte della sua natura sopravvive ancora oggi richiamando ogni anno migliaia di persone il 6 gennaio, in occasione della tradizionale Festa della Befana.
Per quanto riguarda lo Stadio di Domiziano, risalente all’86 d.C., veniva utilizzato per le gare di atletica e dei cavalli. I resti di questa antica struttura si trovano a 5-6 metri al di sotto dell’odierno piano stradale ed è possibile vederli ancora sotto un palazzo moderno in Piazza di Tor Sanguigna e nei sotterranei della chiesa di Sant’Agnese in Agone. Non a caso, il nome moderno della piazza deriva dal termine agones che in latino vuol dire appunto “giochi”.
Piazza Navona ha conservato questa natura ludica nei secoli diventando teatro di feste popolari, corse e giostre, tant’è che sotto il periodo di Natale ospita inoltre giostre antiche coi cavalli. Persino una delle celebre fontane che la caratterizzano poggia sui toni della giocosità e dello “scherzo”. Al centro di Piazza Navona esiste infatti l’imponente Fontana dei Quattro Fiumi, realizzata da Gian Lorenzo Bernini tra il luglio 1648 ed il giugno 1651. Fu realizzata su commissione di papa Innocenzo X in piena epoca barocca, durante il periodo più fecondo di questo artista e ritrae i quattro fiumi Nilo, Gange, Danubio e Rio de la Plata umanizzandoli come statue.
Su questa fontana circola una storia molto divertente, che vede una “scaramuccia” tra l’artista e il suo rivale dell’epoca, Borromini. I due infatti, considerati tra gli esponenti più illustri dell’arte barocca, si contesero la realizzazione della fontana che oggi è antistante alla chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Mentre la Fontana dei Quattro Fiumi fu realizzata da Bernini, la Chiesa vide la mano del Borromini, ma essendo i due in competizione, anche le loro opere trasmettono in modo figurato questo antagonismo. Sembra infatti che la statua del Rio della Plata, all’interno della fontana, tenga alzato il braccio mimando un gesto schifato verso la chiesa di Sant’Agnese in Agone, così come la statua del Nilo si coprirebbe il volto per “l’orrore” che si trova davanti. Bernini sostenne che la statua doveva simulare spavento all’idea di un eventuale crollo del campanile o della cupola della prospiciente. In realtà, però, si parla di un falso storico: la fontana fu realizzata tra il 1648 e il 1651, mentre la chiesa di Sant’Agnese in Agone fu iniziata dal Borromini non prima del 1652.
Assistere a uno spettacolo del Teatro di burattini al Gianicolo
Del Gianicolo si parla spesso perché offre una vista privilegiata su Roma grazie alla sua terrazza. Siete mai stati però al Gianicolo con le prime luci del giorno in una domenica mattina? Avrete la possibilità di godere della passeggiata alberata, una strada che dai confini di San Pietro sale in cima al colle per poi scendere a Trastevere, in compagnia dei tanti mezzobusti che ritraggono i personaggi insigni e i patrioti del periodo garibaldino. Sulla piazza del Gianicolo, non a caso, c’è proprio il Monumento in onore di Giuseppe Garibaldi, a pochi metri dal famoso Belvedere.
Proprio su quella piazza, all’ombra degli alberi monumentali di Monteverde, potrete godere di uno spettacolo tipicamente romano, in scena fin dal 1959. Al Giancolo esiste infatti il Teatro di Pulcinella, che porta in scena le principali maschere romane e del teatro dei burattini della commedia italiana. Gli spettacolo ci sono tutti i giorni presso il Piazzale del Gianicolo e durano circa 15 minuti. Se poi andate verso le 12, potrete abbinare un’altra particolarità: a mezzogiorno si tiene lo sparo del cannone del Gianicolo.
Una tradizione tutta romana che si ripete puntualmente ogni giorno, con la pioggia o con il sole, e alla quale è possibile assistere da uno dei punti panoramici più suggestivi della città. Il rito nasce nel lontano 1° dicembre 1847. Fu papa Pio IX a introdurlo, per avere un segnale unico dell’ora e sincronizzare con questo escamotage il suono delle campane delle chiese dell’allora capitale dello Stato pontificio, ma l’uso continuò anche con l’Unità d’Italia.
Bere uno spritz passeggiando al Rione Monti
Ottobre è forse uno dei mesi più consigliati per visitare il Rione Monti, considerato che nel primo weekend del mese si tiene l’Ottobrata Monticiana, i festeggiamenti tipici del quartiere storico. In realtà, però, Monti conserva il suo fascino tutto l’anno, complice anche un sipario di edera su via Panisperna, che apre lo sguardo sulla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Il quartiere unisce la frenesia della movida tipicamente romana al gusto per i negozi vintage, le antiche librerie e i locali cool ed eleganti. Un tour consigliato, soprattutto al tramonto, potrebbe essere via Urbana, piena di ristoranti, negozi e bar. Anche piazza degli Zingari e via del Boschetto potranno fare al caso vostro se siete alla ricerca di pezzi di antiquariato e vintage. Se invece volete gustarvi una vista privilegiata su una terrazza panoramica, non vi resta che salire alla Spritzeria Monti e prendervi uno dei tanti spritz creativi…. Ne varrà la pena.
Mangiare un supplì o un trapizzino a Trastevere
C’è a chi piace il “supplì al telefono” (in riferimento al cordoncino di mozzarella filante), e chi invece preferisce la proposta contemporanea del “trapizzino”, che unisce la pizza a portafoglio al tramezzino prêt-à-porter a cui fanno riferimento tanti romani per un “morso e via” prima di andare a lavoro. In ogni caso, se accompagnate la vostra scelta a una birra ghiacciata e a una passeggiata notturna a Piazza Trilussa, potrete dire di aver trovato “la morte sua”, come si suol dire a Roma per una combinazione sublime.
A Trastevere non mancano le proposte gastronomiche, così come quelle culturali. Si pensi alla Basilica di Santa Maria in Trastevere o alla Basilica di Santa Cecilia, patrona dei musicisti, da cui prende il nome la prima Accademia in Italia che predilige la musica sinfonica. Mettete un attimo da parte fritti e panini, lasciatevi incantare invece dalle cupole delle basiliche trasteverine o dai cieli sopra al rione, spesso allietato dalla musica di artisti di strada e dalle luci romantiche sui sanpietrini romani.
Visitare i Musei Vaticani e la Cappella Sistina
Siamo d’accordo che Roma e il Vaticano sono due mondi a parte, ma parte della storia e della cultura romana si intrecciano anche con quelle della Santa Sede. La Cappella Sistina è la massima espressione di questo concetto: i Musei Vaticani regalano un percorso artistico unico al mondo, con gli appartamenti papali affrescati da Michelangelo e Raffaello e la Cappella Sistina, dove si può ammirare il “Giudizio universale” di Michelangelo.
Il nome deriva da Papa Sisto IV della Rovere, pontefice dal 1471 al 1484, che fece ristrutturare l’antica Cappella Magna tra il 1477 e il 1480. Il punto forte di questo capolavoro senza tempo è la capacità narrativa: la splendida decorazione quattrocentesca delle pareti include i finti tendaggi, le Storie di Mosè e di Cristo e i ritratti dei Pontefici in un unicum. Fu eseguita da un’équipe di pittori, costituita inizialmente da Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, assistiti dalle rispettive botteghe e da alcuni più stretti collaboratori, tra i quali spiccano Biagio di Antonio, Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli.