Roma. Al via, dunque, il piano di abbattimento selettivo dei cinghiali nel quadrante nord della Capitale: altre 24 ore, al massimo saranno 48, ma poi si partirà con le manovre di soppressione. Nei corridoi della Regione si vocifera che l’ordinanza sia già pronta, ad un passo dalla firma e, così, il commissario straordinario nominato dal governo per inibire l’espansione della peste suina darà il via libera agli abbattimenti dei cinghiali.
Tutto pronto per l’ordinanza di abbattimento a Roma
Angelo Ferrari, il commissario, dunque è pronto a protocollare, e la Regione Lazio a ricevere la sua ordinanza. Sono davvero troppi gli ungulati capitolini – una stima parla di circa 23.000 esemplari – e di conseguenza è ancora più alto il rischio che siano veicolo dell’epidemia di peste africana oltre i confini già stabiliti della zona rossa: cioè al di fuori del Raccordo e quindi verso i laghi che si trovano a nord della città.
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Il pericolo dell’estensione dell’epidemia
Si tratta di un pericolo concreto, e i cittadini di Roma lo sanno bene, da tempo. Gli avvistamenti quotidiani per le strade e i parchi del quadrante nord sono sempre documentati, e la loro frequenza aumenta a dismisura: ormai, qualcuno dice, sono ”domestici”, noncuranti delle strade e alle volte attaccano anche i cani che vanno a passeggio con i propri padroni. E, inoltre, estendono continuamente il loro territorio.
Prima si vedevano cinghiali solamente nelle zone che contornano all’Insugherata come ad esempio Cassia, Balduina, Trionfale. Ma, proprio nelle ultime settimane, sono arrivati fino a villa Glori (Parioli) e piazza Verbano (Trieste). Segno questo non solo di un aumento in numero, ma anche di un’avanzata territoriale.
L’area interessata e la ”zona rossa”
I primi esemplari positivi alla nuova peste suina africana, come abbiamo già avuto modo di scrivere negli articoli precedenti, sono stati individuati all’interno del parco dell’Insugherata, nel XV Municipio, nella circoscrizione di contenimento. Il fatto che siano per il momento ”contenuti” gli esemplari positivi è sicuramente un buon segno, soprattutto in considerazione dei rischi di diffusione anche verso i migliaia di maiali che si trovano negli allevamenti di Roma, anch’essi a rischio trasmissione.
La situazione al Municipio XV
Tuttavia, nonostante ciò e nonostante le proteste degli animalisti, gli abbattimenti sono ad un passo dal compiersi. Due giorni fa, infatti, lo ha dichiarato più o meno apertamente anche l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, affermando: “Attualmente il numero di capi è al di fuori dell’equilibrio normale. Ci saranno anche abbattimenti”.
Parallelamente, Federcaccia ha dato la sua disponibilità per una campagna straordinaria, mentre nel Municipio XV si continua imperterriti con la schermatura dei cassonetti, che si presenta come un’operazione davvero costosa, tanto che il minisindaco Daniele Torquati ha detto che “Finora abbiamo speso tra i 10 e i 12 mila euro, fondi che abbiamo dovuto sottrarre da quelli che abbiamo a disposizione per la manutenzione stradale”.