Home » Ultime Notizie » Cerroni, chiesti 17 anni di carcere per il disastro ambientale a Malagrotta

Cerroni, chiesti 17 anni di carcere per il disastro ambientale a Malagrotta

Pubblicato il
Cerroni

Manlio Cerroni, patron di Malagrotta, rischia una condanna a 17 anni di reclusione. E’ questa, infatti, la richiesta dei pm di Roma nel corso del processo nato dall’indagine sulla discarica più grande d’Europa. La procura ha sollecitato inoltre una pena a 11 anni per Francesco Rando, considerato da chi indaga il braccio destro di Cerroni. L’accusa nei confronti degli imputati è quella di disastro ambientale. L’udienza è stata celebrata nelle aule di Rebibbia. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Agi.

RIFIUTI, PROCESSO CONTRO CERRONI (E “SOCI”): ACCETTATA LA COSTITUZIONE PARTE CIVILE DEL COMUNE DI POMEZIA

Incendio Malagrotta, Cerroni: “Era scontato finisse così. La responsabilità non è certo mia”

L’aria irrespirabile su buona parte della Capitale (e non solo), l’alta colonna di fumo nero visibile a chilometri di distanza per via di quel maxi incendio che ieri pomeriggio ha interessato la discarica di Malagrotta, lì dove uno degli impianti ha preso fuoco. Tra l’allarme diossina, le scuole chiuse per tutelare la salute dei cittadini, l’ordinanza emanata dal Comune di Roma e l’emergenza rifiuti, c’è chi come Manlio Cerroni, lo storico ‘re’ dell’immondizia romana stenta a credere che si sia trattato di un incendio doloso. E cerca di prendere le distanze, convinto che in realtà era quasi ‘scontato’ succedesse una cosa del genere. Quello che agli occhi di tanti è un vero e proprio disastro ambientale, nonostante ora la situazione sembra essere sotto controllo. 

Fiamme a Malagrotta: parla Manlio Cerroni

L’enorme incendio di ieri avrebbe danneggiato sia l’ex gassificatore che l’impianto Tmb. Ricordiamo che tutta l’area dal 2018 è sotto amministrazione giudiziaria, a seguito delle vicende che hanno visto protagonista il re delle discariche, Manlio Cerroni. Ed è proprio lui, in una lettera indirizzata all’Adnkronos, a spiegare di non credere (o meglio di non voler credere) alla mano criminale

“L’incendio? Era scritto e scontato finisse così. È come se un fiasco lo riempi di vino oltre il dovuto, alla fine il vino esce, e questo è quello che è successo nell’impianto di Malagrotta”. Così, con questa metafora Cerroni, l’imprenditore finito per anni sotto processo e uscito indenne dalle inchieste, ha descritto l’enorme incendio. In quell’impianto che dal 2018 non è più sotto la sua ‘supervisione’. “Per l’incendio già sento dire Cerroni di qua, Cerroni di là. Chiariamo subito: Cerroni non c’entra niente dal 21 settembre 2018 allorquando l’amministratore giudiziario mi faceva presente per iscritto di non presentarmi agli ingressi perché sarei stato messo alla prova evitandomi così una figuraccia epocale. Scrisse proprio così. Quindi io, Manlio Cerroni, con Malagrotta non c’entro più niente dal 2018, che sia chiaro a tutti“. 

‘Il disastro è causato dalla gestione folle dell’immondizia’

Dopo aver preso le distanze, Cerroni ha puntato il dito contro la gestione ‘folle’ dell’immondizia a Roma. “È molto grave quanto è accaduto, Gravissimo. Se fosse capitato quando c’ero io, tempo qualche ora ed ero già in carcere insieme a tutti i miei collaboratori. Ma siccome ha tutto in mano l’amministratore pubblico, che di queste cose capisce infinitamente meno del privato, amen. Capisco che la gente abbia paura, ma la gestione folle dell’immondizia a Roma è una cosa che si trascina anni’

Lo scetticismo sull’ipotesi dolosa

Il re dell’immondizia non crede all‘ipotesi dolosa: ‘Non ci voglio credere, poi certo può succedere di tutto, ma non ci voglio neanche pensare’. Per lui l’unica strada percorribile, l’unica ‘pista’ e causa dell’incendio è quella del ‘fiasco riempito anche quando era ormai strapieno’. Cerroni ha sottolineato che la discarica non funziona più dal 2013 e che l’unico modo per salvare Roma dall’emergenza è ‘mandare i rifiuti all’estero’. 

Si indaga per incendio colposo a Malagrotta

Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti. I Vigili del Fuoco stanno continuando a lavorare per tenere sotto controllo la situazione, l’Arpa sta monitorando la qualità dell’aria e a Roma resta l’emergenza rifiuti, con il Comune che sta cercando sbocchi alternativi per la spazzatura. 

 

Impostazioni privacy