Una nuova pagina nella storia della Centrale del latte di Roma, che fino a oggi ha prodotto l’88% della quantità totale di latte raccolto nel Lazio. A capo dello stabilimento subentra Fabio Massimo Pallottini, che prospetta un cambio di passo nella produzione e distribuzione del marchio storico.
Da un marchio storico a un rilancio dell’azienda. Perché le sorti della Centrale del Latte di Roma e dei suoi dipendenti siano chiare bisognerà però aspettare la primavera. Si è tenuta questa mattina in Commissione commercio del Campidoglio l’audizione per valorizzazione lo stabilimento di via Fondi di Monastero, da anni protagonista di rivendicazioni sindacali e di un lungo tira e molla tra Parmalat e il Comune di Roma. “La Centrale del Latte deve essere il principale obiettivo per le politiche delle attività produttive del Comune di Roma. Andiamo avanti con velocità e con chiarezza”, è intervenuto così Andrea Alemanni, presidente IX Commissione Commercio del Comune di Roma, in occasione dell’audizione sulla nuova governance della Centrale del latte di Roma.
Perché Parmalat ha abbandonato la Centrale del Latte di Roma
Per quasi 30 anni la società francese Lactalis ha gestito la produzione di latticini nella Centrale del Latte di Roma tramite Parmalat. A dicembre 2023 il gruppo però ha mollato gli ormeggi nello stabilimento di via Fondi di Monastero, anticipando così un dimezzamento delle produzioni di circa 30 milioni di litri rispetto alle stime annuali.
Lactalis ha perciò riconsegnato il 75% delle sue quote azionarie e nel 2024 la Centrale del Latte è tornata sotto la proprietà effettiva del Comune di Roma, già annunciata a settembre. Da gennaio quindi nello stabilimento non saranno più realizzati prodotti col marchio Parmalat e il business sarà differenziato per favorire un rilancio delle attività. Accanto al latte fresco, ci saranno prodotti come yogurt, burro e latte Uht. A cambiare sarà anche la distribuzione: il management, da dicembre 2023 sotto la guida di Fabio Massimo Pallottini, punterà su bar, pasticcerie e gelaterie per lo smercio dei prodotti.
Dal marchio storico alla diversificazione dell’azienda: come cambierà la produzione di Centrale del Latte di Roma
“La situazione che abbiamo trovato”, ha spiegato Pallottini stamane in audizione presso la commissione capitolina Attività Produttive, presieduta da Andrea Alemanni, “presentava alcune problematiche a cui abbiamo cercato di dare risposte”. Tra queste, ha spiegato il presidente, l’azienda risultava stabile da un punto di vista finanziario ma non in grado di compiere slanci produttivi. “Era indirizzata alla produzione di latte fresco e freschissimo, un settore che l’azienda presidiava storicamente ma che negli ultimi anni ha visto una diminuzione considerevole delle quote di mercato visto che la tendenza del consumo va verso latte con durata maggiore, filtrato o uht, prodotti su cui Centrale è solo in parte posizionata”, ha precisato Pallottini.
Nel 2024, solo una parte dei 30milioni di litri prodotti annualmente dalla Centrale sarà utilizzata per le nuove lavorazioni. Pallottini ha precisato in audizione che il Comune ha ottenuto infatti dei finanziamenti del Pnrr per introdurre elementi produttivi che vanno incontro ai mercati, proprio per prodotti come latte uht o yogurt.
Centrale del latte di Roma. Barbato (Fdi): “Ancora troppa incertezza sul futuro dell’azienda e dei lavoratori”
Dopo l’incontro di Pallottini con le sigle sindacali lo scorso 7 dicembre, da anni sul piede di guerra, per la Centrale del latte di Roma inizia così un nuovo anno e un nuovo capitolo aziendale. Sono ancora molte, però, le questioni su cui bisognerebbe fornire chiarimenti. Infatti, anche se c’è stato un cambio ai vertici dell’azienda, Pallottini in Campidoglio ha precisato che “Le scelte strategiche si basano intraprese poggiano su due livelli: il primo immediato, dopo quella che io definisco la fuga di Parmalat, e un secondo dedicato alla messa a punto di un piano industriale con un respiro di due o tre anni che sarà pronto entro la primavera”.
Quindi fino alla primavera 2024 i dipendenti della Centrale del latte di Roma potrebbero ancora non aver chiare le loro prospettive future. “Cosa si sta facendo per rilanciare la Centrale del Latte e scongiurare così il pericolo di tagli e cassa integrazione per i dipendenti?“, ha esposto per esempio Francesca Barbato, consigliera capitolina di FdI, al termine dell’audizione in commissione commercio. “Abbiamo compreso che a distanza di 5 mesi non esiste ancora un piano industriale serio e che non arriverà prima della prossima primavera. Cos’ha portato Parmalat con sé oltre la metà della produzione? Dove sono le azioni di rilancio? Dov’è una politica di marketing che rilanci un marchio storico e tanto caro ai romani? Quando sarà nominato l’ad? Siamo nei tempi per l’individuazione del nuovo direttore delle vendite, visto che quello attuale a fine febbraio andrà in pensione? E soprattutto quando si sveglierà Roma Capitale per chiedere a Parmalat il versamento dei 40 milioni di euro di dividendi che tanto servirebbero al rilancio di Centrale del Latte?”.