La Sicilia brucia, rimane al buio, senza collegamenti e acqua. Sull’isola si sta verificando in queste ore un’apocalisse senza precedenti, degna di un film survival. Le temperature oltre i 40° non solo consegnano la Regione tra le fiamme, ma l’emergenza climatica sta attirando anche una serie di gravi calamità nelle provincie di Palermo, Trapani, Catania e Messina. Tra queste venti di scirocco, blackout elettrici, mancanza d’acqua e aeroporti chiusi.
In Sicilia 86 roghi, un terzo a Palermo
Sono 86 gli incendi in Sicilia, secondo i dati della sala operativa dei Vigili del fuoco aggiornati alle ore 12 del 25 luglio. Se ne contano 5 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta, 12 a Catania, 7 Enna, 17 a Messina, 26 a Palermo, uno a Ragusa, 8 a Siracusa e 6 Trapani. Le situazioni più critiche si registrano nelle provincie di Palermo, Trapani, Catania e Messina. Gli interventi di soccorso sono stati complessivamente 336 e ve ne sono 147 in coda. In supporto dei Vigili del fuoco operanti sull’isola sono giunti in nottata anche dei colleghi dalla Campania, che stanno operando nel messinese. Nella serata di martedì 25 luglio è atteso anche l’arrivo di rinforzi dal Lazio e dalla Toscana, che verranno dislocati rispettivamente nel palermitano e nel trapanese.
Chiesto lo stato di calamità per i vigneti siciliani
Il caldo torrido e i numerosi incendi alimentati dalle folate di vento, stanno causando danni ingenti all’ambiente e all’agricoltura. In particolare, la situazione sta mettendo in ginocchio la viticoltura siciliana e i produttori di uva da tavola, che già in precedenza avevano subito il massiccio attacco di peronospora alimentata dall’umidità, prodotta dai mesi di pioggia. “Chiediamo il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i danni ai vigneti causati dalle ondate di calore degli ultimi giorni”, è così intervenuto il presidente della Cia Sicilia, Graziano Scardino, alla Regione, “In particolare, sono state colpite le province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta, con il rischio che sia compromessa buona parte della produzione della campagna vitivinicola in corso. Pertanto, la Cia Sicilia chiede con estrema urgenza la dichiarazione di stato di calamità”.
Riaperto l’aeroporto di Palermo, mancano ancora acqua e luce a Catania
Palermo è la città più osservata in queste ore di crisi. Nel capoluogo poche ore fa è tornato operativo e funzionante l’aeroporto Falcone Borsellino, chiuso al traffico fino alle ore 11 del 25 luglio, dopo che le fiamme la notte scorsa avevano circondato lo scalo. Ancora problemi invece all’Aeroporto di Catania Fontanarossa, chiuso dal 16 luglio per un incendio, situazione per cui il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, ha convocato oggi un tavolo al Mit. Il Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha sollecitato la Difesa ad attivarsi per fornire il massimo supporto alle migliaia di siciliani e turisti che non riescono a partire o arrivare allo scalo aeroportuale, così vitale e importante. Per questo sono state messe in campo nelle ultime ore presso l’Aeroporto di Catania strutture campali illuminate e climatizzate, di primo rifugio per le persone in difficoltà.
Problemi di viabilità anche nel trapanese, dove le fiamme hanno minacciato anche il tempio di Segesta e costretto a chiudere più volte l’A29. A Catania, poi, la popolazione ha convissuto per diverse ore con l’allerta incendi, divampati nelle ultime ore a Carruba (frazione di Riposto), a San Nicolò (frazione di Aci Catena) e persino nel centro cittadino, in via Palermo per un incendio che lambisce le case della zona. Per questo motivo il prefetto Maria Carmela Librizzi ha convocato il Centro coordinamento soccorsi che sarà operativo fino alle cessate esigenze. La città si trova inoltre senz’acqua e luce da venerdì, a causa di un incendio che ha scatenato un guasto ad alcune cabine elettriche e messo fuori uso i pozzi.
Legambiente Sicilia: “Situazione apocalittica”
I danni maggiori non riguardano i disagi patiti nell’immediato da cittadini e turisti in Sicilia, ma le ripercussioni che incendi e calamità naturali avranno sull’ambiente. L’allarme arriva da Legambiente Sicilia: “Una situazione apocalittica e ancora fuori controllo, con migliaia di ettari in fiamme, case e strutture ricettive a rischio, persone evacuate, aree naturali protette, siti archeologici e demani forestali colpiti duramente dalle fiamme”, avverte l’associazione, “Anche la discarica di Bellolampo è interessata dal fuoco”, racconta, “con forte rischio diossina, di cui non conosciamo ancora l’esito delle analisi effettuate nell’area”,
“Il livello di allerta incendi era elevato già da alcuni giorni a causa del previsto innalzamento delle temperature, questi fenomeni purtroppo non sono più imprevedibili, ma sono la dimostrazione che la crisi climatica è in atto”, afferma il presidente di Legambiente Sicilia, Giuseppe Alfieri, “Occorre strutturare per tempo un sistema capace di prevenire e gestire con efficacia gli incendi, potenziando sia le azioni di presidio del territorio, anche con le Forze dell’ordine e con l’esercito, che le dotazioni e il personale addetto allo spegnimento, per proteggere sia la vegetazione che le abitazioni e le comunità”.