Scoppia la polemica su una pubblicità dell’Uliveto, marca d’acqua tra le più famose in Italia. In un quotidiano è infatti apparsa una pagina in cui l’azienda ringrazia la Nazionale femminile di pallavolo, che ha vinto l’argento al Mondiale. Il caso è nato perché la bottiglia d’acqua copre proprio due atlete di colore, Paola Egonu e Miriam Sylla.
Razzismo o errore?
Sui social in molti hanno denunciato la pubblicità come un caso di razzismo. Secondo i più critici, la bottiglia sarebbe stata messa in quella posizione di proposito, quasi ad assecondare le assurde richieste di nazionali tutte “bianche”. Secondo altri, invece, si tratta solo di un errore, dovuto alla fretta con cui i responsabili della pubblicità hanno realizzato la pagina di ringraziamento. Questa spiegazione è effettivamente la più plausibile. Sarebbe molto strano che un’azienda importante come la Uliveto, con un brand che supera i confini nazionali, adotti una linea così sfacciatamente razzista. La polemica è stata commentata, tra gli altri, da Luana Zanella, coordinatrice dell’esecutivo dei Verdi. “Una società che investe milioni di euro in pubblicità non può trascurare che viviamo in una società multietnica, e la scusa della foto passata di fretta dalla Federazione ci sembra inaccettabile. Questo vuol dire che chi gestisce la comunicazione del brand Uliveto è così superficiale da non accorgersi che sarebbe stato visto come un gesto razzista?”.
La risposta dell’Uliveto
L’azienda ha risposto alle critiche con un post su Facebook. “Uliveto ha seguito con entusiasmo l’avventura di tutte le nostre atlete pallavoliste, tutte senza alcuna distinzione. Nessuna forma di discriminazione ci appartiene e la vicinanza alla squadra e alle sue componenti è dimostrata dalle tante foto pubblicate sui social. Contrastiamo pertanto fermamente qualsiasi insinuazione circa un atteggiamento diverso nei confronti di giocatrici che per noi hanno tutte lo stesso grande merito: quello di aver composto una fantastica squadra!”. Con questa risposta Uliveto sembra spegnere le polemiche. In effetti, in altre pubblicità apparse nei giorni scorsi le atlete ci sono tutte. Sarà il caso di fare più attenzione, in un’era in cui qualsiasi passo falso è amplificato a dismisura dai social network.