Le indagini sulla gestione dei centri di accoglienza che fanno capo alla suocera di Aboubakar Soumahoro vanno avanti. La Guardia di finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, nella persona del sostituto procuratore della Repubblica Andrea D’Angeli continua ad indagare per soffermarsi anche sugli stipendi da capogiro che gli imprenditori si attribuivano.
Stipendi da capogiro
È emerso che fino al 2020 il presidente del Consorzio Aid, carica ricoperta dalla suocera di Soumahoro fino al 2017 e in seguito dal cognato, percepiva 4.400 euro al mese. Con il passaggio di consegne alla cognata del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, il compenso è stato modificato, scendendo a 4.000 euro. Ma mentre i primi due presidenti sono stati iscritti nel registro degli indagati, l’ultima è stata ritenuta estranea ai fatti contestati.
Operai in condizioni precarie
Stipendi considerevoli, mentre gli operai non solo sarebbero risultati sottopagati, ma anche costretti a vivere in alloggi senza corrente elettrica, acqua e cibo. Una situazione per la quale è scattato il sequestro di 640mila euro nei confronti di chi gestiva i centri di accoglienza: i parenti di Soumahoro. Secondo la Procura, come riporta Repubblica, nei quattro anni compresi tra il 2015 e il 2019 la cooperativa Karibu avrebbe evaso l’imposta sul reddito delle società e l’iva, sfruttando fatture emesse per operazioni inesistenti dal Consorzio Aid e dall’associazione Jambo Africa. Ma gli inquirenti ritengono si tratti di “schermi fittizi per l’esecuzione di un illecito meccanismo fraudolento a gestione familiare”.
Secondo gli investigatori la Karibu stava portando avanti un progetto di internazionalizzazione cercando la cooperazione degli Stati africani con i quali ha già rapporti, al fine di potersi iscrivere nelle Ong. Sono tanti gli aspetti sui quali si sta soffermando l’attenzione degli inquirenti. Una indagine che potrebbe portare, a breve, altre novità in merito alla gestione dei centri d’accoglienza.
Caso Soumahoro, la Karibu percepiva finanziamenti anche per gli ex ospiti delle SPRAR