Il presidente della Commissione ha scritto al procuratore speciale chiedendo di poter approfondire la questione.
“Sto per morire, voglio raccontare la verità su Emanuela Orlandi”, irrompe dopo quarant’anni di ricerche Alì Agca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II che più volte ha collegato il suo ruolo nella criminalità internazionale di estrema destra al rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Agca è tornato a pronunciarsi pochi giorni fa in un’intervista a Repubblica, chiedendo di essere ascoltato un’ultima volta prima che sia divorato dal cancro, scoverchiando così ulteriori interrogativi in un’indagine che dall’apertura della Commissione parlamentare di inchiesta, il 15 marzo scorso, ha raccolto nuovi elementi.
Ed è proprio il presidente della Commissione, Andrea De Priamo, a rispondere all’ex Lupo grigio, con uno potenziale spiraglio di dialogo tra le istituzioni e l’ex attentatore di origini turche.
“Racconterò la verità sul rapimento Orlandi-Gregori”. La risposta della Commissione: “Chiarisca le ragioni”
Agca ha rappresentato sempre un personaggio controverso nel rapimento di Emanuela Orlandi, figlia di un messo Vaticano scomparsa il 22 giugno 1983. Più volte Agca ha fornito dei dettagli, spesso contraddittori, che sono stati presi in considerazione dalla Procura di Roma. A distanza di quarant’anni, il Lupo grigio stavolta annuncia di voler raccontare tutta la verità, prima che sia troppo tardi, per mettere a tacere le “troppe menzogne” che circolano sul rapimento di Orlandi e Mirella Gregori.
Setacciando tutte le piste possibili, la Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da De Priamo ha deciso di rendersi disponibile alle istanze di Agca, ma sempre soppesando le sue dichiarazioni. Così De Priamo nei giorni scorsi ha scritto una lettera al procuratore speciale, Riccardo Sindoca, a cui Agca chiese di costituire un collegio difensivo, per permettergli di condividere le informazioni al cospetto del Governo e del Vaticano. Al momento infatti sono tre i filoni d’indagine che stanno ancora lavorando sul caso Orlandi: la Santa Sede, la Commissione parlamentare e la Procura di Roma.
Cosa dice la lettera della Commissione sulla richiesta di Agca
Come si apprende dal testo, inviato al procuratore Sindoca, “La Commissione che mi onoro di presiedere è venuta a conoscenza della volontà espressa per il suo tramite, dal signor Ali Agca, di essere ascoltato in merito alle vicende oggetto della inchiesta” – riporta Adnkronos – “Il signor Agca sostiene di essere in possesso di ‘prove documentali indiscutibili che dimostrerebbero come il complotto su Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sia stato organizzato soltanto per ottenere la mia liberazione”. Questa infatti è la versione che Agca, dal 2010, porta avanti a giustificare il collegamento con l’attentato che nel 1981 fece al Papa e la scomparsa delle due ragazze dal territorio Vaticano.
“La suddetta richiesta di audizione, formulata, peraltro, in modo irrituale, in quanto non ufficialmente trasmessa agli uffici di segreteria della Commissione” – prosegue la lettera –“Non risulta adeguatamente argomentata. Le sarei grato pertanto se il signor Agca potesse, per il suo tramite, meglio chiarire le ragioni a sostegno di tale istanza, precisando specificatamente i motivi e gli elementi oggettivi e l’eventuale documentazione in suo possesso che potrebbero essere di interesse per l’attività di inchiesta che la Commissione sta svolgendo”.