Il Senato della Repubblica Italiana in queste ore ha approvato definitivamente l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla scomparsa delle ragazze Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La decisione è stata presa attraverso un voto a scrutinio segreto, con 191 voti a favore, 122 contrari e 2 astenuti. La notizia del voto favorevole è stata accolta con un lungo e caloroso applauso dall’Assemblea, che ha voluto così esprimere la propria vicinanza alle famiglie delle due donne misteriosamente scomparse.
Una Commissione d’Inchiesta per i casi Orlandi-Gregori
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a La Repubblica ha espresso la sua soddisfazione, dichiarando: “Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia. Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre.” Ha ringraziato i senatori che hanno votato a favore della commissione, sottolineando l’importanza di questa indagine rispetto all’inchiesta vaticana in corso.
L’intervento dei familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori
Laura Sgrò, avvocata di Pietro Orlandi, sempre a La Repubblica ha commentato positivamente l’intervento del Parlamento nella vicenda, definendolo una “intromissione perniciosa” che può contribuire a far luce sulla verità dopo quarant’anni di mistero. Ha augurato buon lavoro ai parlamentari che si occuperanno dell’inchiesta. Maria Antonietta Gregori, la sorella di Mirella, a La Repubblica ha espresso la sua emozione e speranza che la commissione inizi quanto prima. Ha sottolineato l’importanza di non trascurare il caso di Mirella, auspicando che la vicenda non diventi una questione di cittadinanza di serie B.
I commenti della politica italiana
Carlo Calenda, leader di Azione, a La Repubblica ha evidenziato l’impegno profuso per ottenere l’istituzione della commissione d’inchiesta e ha dichiarato: “Oggi inizia un percorso nuovo che deve portare finalmente alla verità. Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo alla giustizia.” Tuttavia, non tutti i senatori erano favorevoli all’iniziativa. Pier Ferdinando Casini ha scelto di astenersi dal voto, denunciando a La Repubblica quello che ritiene essere un “uso improprio delle commissioni di inchiesta”. Pur astenendosi, ha espresso rispetto per le famiglie coinvolte e ha augurato che i fatti smentiscano il suo scetticismo riguardo all’opportunità di questa commissione. La commissione d’inchiesta ora si prepara a iniziare il suo lavoro, suscitando speranze di risposte concrete per le famiglie coinvolte e per la giustizia.