I calcinacci continuano a cadere e le impalcature a traballare. Niente di nuovo per i residenti di Nuova Ostia, quelli che ogni giorno, e ormai da mesi, conoscono bene la situazione. La denunciano, alzano la voce, sperano che non avvenga la tragedia. Quella che, invece, si è sfiorata più volte: l’ultima in ordine di tempo poche settimane fa, l’8 marzo scorso quando un anziano con disabilità e difficoltà motorie, molto conosciuto in zona, è rimasto gravemente ferito: un’impalcatura, lasciata lì, si è staccata ed è finita sull’uomo. Che in quel momento si trovava in strada e stava passeggiando con la sua bicicletta, quella a tre ruote. Ora, a distanza di giorni, nulla è cambiato. Anzi, proprio durante il sopralluogo dei consiglieri comunali Leonardo Di Matteo, Giuseppe Sesa e Mirella Arcamone, lì in quei palazzi di via Umberto Cagni e via Antonio Forni, i cornicioni sono caduti. Ancora una volta.
Case ‘cadenti’ a Nuova Ostia e la rabbia dei residenti
Cambiano i giorni, passano i mesi, ma la situazione è sempre la stessa ed è purtroppo diventata quasi un’abitudine per i residenti di Nuova Ostia. Gli stessi che continuano a denunciare e a chiedersi: ‘Bisogna aspettare che succeda qualcosa di brutto?’. Secondo molti, infatti, c’è chi sta quasi aspettando la ‘tragedia’, prima di darsi da fare. E parlare con il senno di poi, tra i se e i ma. Questa mattina proprio durante un sopralluogo dei consiglieri comunali, altri cornicioni si sono staccati dai palazzi in via Umberto Cagni. Gli stessi palazzi ‘protagonisti’ dell’episodio dell’8 marzo scorso: sempre da lì, infatti, è caduta l’impalcatura che ha centrato in pieno l’anziano.
Gli altri episodi
La realtà è davanti agli occhi di tutti: da tempo, ormai, i cittadini segnalano il degrado e la pericolosità di quei palazzi, che non sono messi al sicuro. E non è certo la prima volta che i calcinacci cadono. In via Marino Fasan, a ottobre scorso, alcuni balconi rischiavano di crollare. E di ‘finire’ sopra il portone d’ingresso della palazzina. Oggi, a distanza di tempo, questo continua a succedere. Ed è solo per uno strano e fortuito caso del destino che non è successo ancora l’irrimediabile. Bisogna davvero farlo accadere per cambiare? O si può intervenire prima che sia troppo tardi?