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Casalesi, i tentacoli del clan sui rifiuti: 8 arresti per riciclaggio e frode fiscale

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Casalesi

I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di otto persone, ritenute colpevoli di appartenere a una organizzazione dedita ai reati di riciclaggio di denaro, frode fiscale ed intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei Casalesi. E’ successo la mattina di venerdì 2 febbraio 2024. Andiamo a vedere insieme più nel dettaglio cosa è successo.

Smaltimento rifiuti
Smaltimento rifiuti – ilcorrieredellacitta.com

Attraverso una società di gestione e smaltimento di rifiuti intestata a un ‘prestanome‘ ma, di fatto, riconducibile ad ambienti camorristici del clan dei Casalesi, gli ingenti flussi finanziari originati dalle attività illecite, venivano successivamente riciclati attraverso una rete di persone fisiche e giuridiche accomunate da una medesima regia.

Cosa è successo venerdì 2 febbraio 2024

L’impresa di smaltimento dei rifiuti, avrebbe continuato ad operare, attraverso una nuova compagine, nell’interesse del clan Casalesi. Nel corso delle indagini è emerso che la società di smaltimento rifiuti avrebbe ricevuto e utilizzato numerose fatture per operazioni inesistenti, che hanno consentito di generare costi falsi e al tempo stesso far fuoriuscire gli utili aziendali attraverso un imponente sistema di riciclaggio.

frode fiscale
frode fiscale – ilcorrieredellacitta.com

Attraverso l’operato di diversi soggetti, ciascuno con ruoli ben definiti, sarebbero state avviate strane movimentazioni finanziarie, collegate alle fatturazioni per operazioni inesistenti. Tali operazioni venivano poi fatte confluire su conti correnti bancari e postali attraverso somme di denaro che poi venivano trasferite anche all’estero (in Bulgaria, Regno Unito, Polonia,
Germania, Belgio, Lituania) o prelevate in contanti, rendendo difficile l’individuazione della destinazione finale.

L’operato nell’interesse del clan Casalesi

Nei confronti delle due persone che hanno diretto e organizzato l’attività è stato disposto l’arresto, mentre gli altri sei indagati sono stati posti agli arresti domiciliari. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per oltre 11 milioni di euro, oltre alla totalità delle quote di partecipazione al capitale sociale e dei complessi aziendali di sei società.

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