Mentre in questi giorni Gabriele, il bimbo di 5 anni diventato ormai famoso in tutta Italia dopo il nostro articolo sulla sua letterina – poi ripreso da tutte le testate nazionali – sta giocando con i suoi Lego, c’è qualcun altro che ha scritto a Babbo Natale. Ma la sua lettera, purtroppo, non è stata legata a palloncini rossi e non è finita in nessun posto dove essere trovata da qualcuno che potesse esaudire il desiderio espresso nelle righe della missiva.
A scriverla è Mariella Tarquini, presidente della Rete SupeRare, insieme al Consiglio Direttivo. E si rivolge a tutte le istituzioni, con la speranza di dare un futuro migliore alle persone più fragili, a partire dai bambini, un futuro migliore. E, con loro, alle loro famiglie, vittime di una burocrazia assurda. Certo, questi regali non possono essere acquistati nel negozio sotto casa, ma basterebbe un po’ di impegno e buon senso da parte di chi amministra e governa per poterli avere. Anche perché non dovrebbero essere regali, dal momento che sono “diritti”. “Anche noi abbiamo scritto una lettera – dichiara Mariella Tarquini ai nostri microfoni – e sarebbe bello che arrivasse alle persone giuste”.
La lettera
Caro Babbo Natale, giunga a te la nostra letterina di Natale. Non chiediamo doni materiali o oggetti specifici, ma solo mezzi e strumenti per poter affrontare, con dignità e rispetto dell’individuo, di ogni individuo, la vita quotidiana.
Vorremmo per i nostri figli più piccoli una scuola inclusiva, in cui non debba risultare una conquista quotidiana la dovuta assistenza e collaborazione scuola, famiglia ed equipe di riabilitazione, per rendere a questi nostri bambini quell’ambiente come vero ambito di socialità alla pari, nel rispetto delle loro potenzialità più che delle loro fragilità.
Ci piacerebbe poter offrire ai nostri cari, di ogni età, quei servizi di assistenza necessari per affrontare quotidianamente, con dignità, le sfide della vita, nel rispetto della piena integrazione socio sanitaria. Vorremmo una vita in cui la burocrazia non sia il nostro focus primario e le liste di attesa non facciano prepotentemente parte del nostro vissuto. Vorremmo che i nostri anziani non venissero pensati come un peso per questa società.
Nord e sud, gli stessi servizi: un sogno
Ci piacerebbe poter scegliere di vivere a Trento o a Lampedusa potendo beneficiare degli stessi servizi di assistenza. Vorremmo andare a dormire ogni sera senza avere come ultimo pensiero della sera il cosa sarà la loro vita quando non ci saremo più noi. Vorremmo poter vedere riconosciuti concretamente i nostri diritti di caregiver familiari.
Sarebbe bello essere parte di questa società, esattamente come i più, a noi occorrono però mezzi e strumenti che, troppo spesso, fatichiamo ad avere.
Ti abbiamo chiesto troppo? Forse sì, ma questi sono i nostri sogni, continuiamo a sperare possano essere un giorno esauditi. Ricordati di portare comunque un po’ di luce a chi, anche quest’anno, vivrà in solitudine e tristezza le festività, sentendosi merce di scarto rispetto ad una società non ancora pronta ad accogliere il vissuto di tanti. Vai e porta i nostri più affettuosi auguri a tutti, ma proprio a tutti. BUON NATALE! Rete SupeRare”.