Non esce l’Italia dalla crisi del carburante, con i prezzi di benzina e gasolio che continuano a impennare vertiginosamente. Il costo al litro, come possiamo vedere in alcune zone di Roma, è tornato a superare l’1,92 euro al litro. Un prezzo, definito da troppi automobilisti e motociclisti, eccessivo, considerato come con 20 euro ci si carica il serbatoio della stessa quantità di un rifornimento normale con 10 euro.
L’impennata dei costi del carburante in Italia
L’aumento dei costi non ha risparmiato nessun comparto, anche con l’opzione “fai da te”, che solitamente fa risparmiare qualche centesimo a rifornimento. In molti distributori, infatti, i prezzi della benzina in questa modalità sono levitati a 1.87 euro al litro, il tutto senza operare del classico servizio del benzinaio. Il diesel, invece, arriva a toccare gli 1.72 euro al litro, in costi che vengono considerati da record se calcolati gli ultimi tre mesi.
L’amaro risveglio per gli automobilisti italiani
Il rialzo dei costi, come abbiamo visto, è stata la brutta sorpresa di questa mattina per automobilisti e motociclisti. Uno scenario comunque plausibile e prevedibile, considerato come il Governo Meloni non ha voluto proseguire la linea di Mario Draghi sulle accise del carburante in Italia. Il costo di benzina e diesel, infatti, ha macchia d’olio è aumentato in tutta la Penisola, non lasciando nessuna zona immune al levitare dei costi.
Le quotazioni sui prodotti raffinati
Se l’aumento del costo dei carburanti ha causato un blocco negli automobilisti, la situazione ha avuto risvolti anche economici per gli investitori. In tal senso, le quotazioni dei prodotti raffinati tendono a ripiegare, con i barili arrivati a costare anche 82 dollari. Eni, per i propri carburanti, ha aumentato i costi di un centesimo al litro. IP e Q8, che sono la diretta concorrenza in Italia, hanno aumentato i costi di 2 centesimi al litro. Tamoil aumenta un centesimo al litro per la benzina e ben due per il gasolio.