I più grandi dovrebbero dare l’esempio, spesso però sono proprio gli adulti a insegnare l’inciviltà. Un esempio arriva dalla Calabria, dove un drone ha immortalato nelle ultime ore un piromane, intento ad appicciare il fuoco tra le sterpaglie. A macchiarsi dell’atto di vandalismo un bambino insieme al nonno, ripresi mentre utilizzano un metodo usato molto tra i contadini nelle campagne, ma che comporta numerosi rischi, soprattutto con le alte temperature di quest’estate e l’emergenza incendi che ha devastato interi ettari tra il Nord e Sud Italia.
A segnalare il caso il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, visibilmente contrariato dalla condotta incivile, che mette a repentaglio la sicurezza del bambino, così come di tutto il territorio.
Occhiuto: “La Calabria non è questa”
Come mostra lo stesso Governatore della Calabria nel video che sta circolando in queste ore sui social, il ragazzino, all’incirca di 10 anni secondo Occhiuto, corre verso alcuni rovi e sterpaglie, per attizzare il fuoco in più punti e poi allontanarsi. Il frame, già di per sé, è gravissimo: per i reati ambientali, come l’incendio boschivo, il Presidente della Regione ricorda che sono “previste pene sino all’arresto”, come stabilito dall’art. 423 bis del codice penale.
Nel video tutt’a un tratto il ragazzino si accorge di essere seguito dal drone e raggiunge perciò a poca distanza il nonno, sul trattore che, imprecando verso il prototipo, chiede al bambino di spegnere i piccoli roghi. “Ma si può chiedere a un bambino di 10 anni una cosa del genere?”, esclama Occhiuto, “Con i nostri droni abbiamo beccato in due settimane almeno 32 piromani, alcuni dicono siano incendiari… Sono comunque degli stupidi perché appicciano fuochi nelle bellissime montagne della Calabria”. I soggetti sono stati beccati e identificati alle autorità. “La Calabria non è questa”, prosegue il governatore, “È fatta di tanti bambini e persone civili, non come loro”.
Incendi in Italia: in fiamme 60mila ettari nel 2023
La vicenda evidenzia una situazione gravissima in Italia. Secondo l’ultimo report Ispra, in Italia sono bruciati nel 2023 60mila ettari di terra e il 93% delle aree bruciate risultano essere in Sicilia (75%) e proprio in Calabria (18%).
Se da un lato interviene sicuramente il cambio temperature, l’Osservatorio europeo sul clima e sulla salute ha dimostrato che le cause degli incendi per la maggior parte delle volte dipendono dagli esseri umani. Spesso per traffici illeciti o attività criminali, come nella gestione rifiuti: la gran parte degli incendi in Italia scoppia proprio nelle zone a più alta concentrazione mafiosa. Un riferimento arriva dallo stesso Occhiuto, tramite il video postato sulla sua pagina: “Dei criminali, in un altro caso, hanno scaricato dei rifiuti e li hanno incendiati, perarltro vicino a un fiume, una cosa pericolosissima per l’ambiente che può generare danni ingenti. Questi sono due esempi della Calabria peggiore”, ha affermato.
Sotto il video, tantissimi i commenti di calabresi e non, che chiedono di intervenire su tematiche più importanti, di intervenire con chi merita difendendo la prassi utilizzata per anni nelle campagne. “I contadini da millenni usano il fuoco per smaltire le erbacce e i rami di potatura”, aggiunge un utente. Un altro però risponde, “Ci sono i biotrituratori che riducono tutto in briciole, da spargere come concime o da usare come combustibile”. (video del governatore della Calabria: Roberto Occhiuto)
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