Si torna a parlare riguardo la chiusura al ‘pubblico’ del Bordo di Pratica di Mare. Questa volta ad esprimersi è l’associazione Latium Vetus.
“ll Borgo di Pratica di Mare nel comune di Pomezia è chiuso da un cancello da ormai tre anni, per la precisione dalla fine dell’estate 2016. Tre anni in cui il luogo più importante dell’identità collettiva di Pomezia, il nucleo abitato presente dagli albori della storia di questo territorio, è negato alla fruizione pubblica.
La motivazione sarebbe quella secondo la quale le strade di Pratica di Mare sarebbero di proprietà privata della famiglia Borghese, proprietaria del castello.
Tuttavia, come denunciato da anni sia da Associazione Latium Vetus sia dall’Associazione La Lente, le cose non starebbero assolutamente cosi.
Se si esaminano le carte ed i documenti, appare evidente, infatti, che le strade di Pratica di Mare sono pubbliche.
Ecco le prove. Va detto anzitutto che il contratto di acquisto del Borgo di Pratica di Mare – stipulato nel 1961 tra l’allora società “Lavinium”, riconducibile all’attuale famiglia Borghese, e la proprietaria dell’epoca, la principessa Maria Monroi Lanza – nonostante elenchi esaustivamente ciascuna particella catastale oggetto della vendita, non menziona mai le strade del Borgo. Balza subito agli occhi in effetti, che le strade del borgo – insignite della toponomastica comunale approvata con delibera di consiglio comunale il 21 ottobre 1951 – sono state aperte alla collettività da tempo immemore fino a tre anni fa ed erano liberamente accessibili anche alle autovetture. All’interno del borgo sono stati inoltre ospitati per decenni gli esercizi pubblici (si pensi alle poste, alla tabaccheria, alle scuole).
Insomma, appare evidente che le strade siano proprio pubbliche. Varrebbe quindi poco la teoria di coloro i quali professano che l’uso pubblico verrebbe meno una volta dismesse le attività pubbliche, poiché l’uso pubblico è infatti un diritto della cittadinanza inalienabile e non revocabile a piacimento di parte.
Accanto a queste semplici considerazioni ce ne è un’altra relativamente al contratto di acquisto del 1961: questo infatti non avrebbe nemmeno potuto menzionare la particella catastale inerente le strade del borgo poiché queste non sono state mai nemmeno accatastate e non hanno mai avuto una particella catastale… per lo meno fino al 2017, quando la famiglia Borghese volturò a proprio nome le strade del borgo – unitamente ad una porzione stradale fuori dal Borgo (verrebbe da dire “melius abundare quam deficere!”).
Quale documento fu indicato a giustificazione di tale voltura? Proprio quel contratto del 1961 che non menziona mai le strade!
In questi anni le associazioni hanno costantemente denunciato la cosa alle autorità comunali che sono sempre rimaste inattive. Ancora oggi l’accesso al Borgo risulta sbarrato da quel cancello che impedisce da anni la fruizione pubblica e a nulla sono valse le due mozioni presentate dall’opposizione al Consiglio Comunale di Pomezia (discusse la prima l’11 ottobre 2017 e la seconda il 06 agosto 2019), bocciate entrambi dalla maggioranza del Movimento 5 stelle di Pomezia.
Si tratta di un danno a carico della collettività di Pomezia? Nel frattempo, i privati hanno anche espiantato in violazione del regolamento comunale del verde i platani secolari.
Una vicenda molto grave.
Le associazioni Latium Vetus e La Lente non si fermeranno finché non sarà stata ripristinata la fruizione pubblica delle strade del Borgo medievale di Pratica di Mare e accertate tutte le responsabilità di coloro i quali hanno permesso tutto questo. #GiuLeManiDalleStradeDiPratica
Associazione Latium Vetus”