“La vita di Matteo e delle persone che gli stanno intorno, come quella di Manuel, è già finita. È già distrutta“. Inizia così il video di un amico del giovane, alla guida della Lamborghini, che mercoledì pomeriggio, a Casal Palocco, ha travolto e ucciso il piccolo di 5 anni, che si trovava con la mamma e la sorella sulla Smart Forfour. Su quell’auto che loro, noti youtuber e seguiti sui social da migliaia e migliaia di followers, ritenevano di poco valore.
Con quella tragica profezia poche ore prima dello schianto. Un video, l’ennesimo pubblicato su Tik Tok, e uno dei membri del gruppo che si sente dire: ““Questo con la Smart che sta facendo. Ah bello! La macchina tua costa 300 euro, usata al Conad. La mia costa un miliardo!”. Non potevano sapere che da lì a poco avrebbero fatto un incidente. E si sarebbero schiantati proprio contro una Smart. Spezzando via la vita del piccolo Manuel.
“Non c’è bisogno di insultarlo, poteva succedere a chiunque”
Mentre le indagini proseguono e il ragazzo alla guida dell’auto è stato indagato per omicidio stradale, sono in tanti ad essersi schierati al fianco dei noti youtubers. Proprio come ha fatto Cristiano, un loro amico, sui social: “Non c’è bisogno che lui (Matteo, ndr), riceva insulti da persone che commentano avendo letto le news di giornalisti che guadagnano buttando m**** su una situazione che è già gravissima”. Poi, il riferimento a quella sfida, quella challenge, finita male. “Prima di tutto la sfida che stavano facendo loro era 50 ore in una Lamborghini, non 50 ore correndo con una Lamborghini o 50 ore in movimento con la Lamborghini. Cinquanta ore all’interno significa che l’hanno anche guidata, certo, ma non per tutto il tempo. È da irresponsabili mettersi alla guida di un veicolo del genere? Sì” – sostiene. E poi specifica che il giovane è sempre stato responsabile e che è ‘indifendibile per quello che è successo, pagherà la pena che si merita’.
L’amico degli youtubers ha dichiarato che quello che è successo poteva succedere a chiunque. E ovunque. “È successo per una challenge di YouTube, no, poteva succedere a chiunque, queste cose succedono ogni giorno. Non appellatevi sulla cosa che leggete del test dei cannabinoidi perché io non posso dire niente a riguardo, ma non è come leggete sui giornali”.
“È tanta altra gente coinvolta nell’accaduto”
Poi, il giovane ha spiegato la sua verità: “Gli altri che erano in macchina con lui non fanno parte del gruppo, sono dei ragazzi che lavorano e fanno video insieme a lui. I proprietari del gruppo sono due ragazzi, uno di questi non era presente perchè vive a Milano e lui si ritrova senza niente. Questo incidente è stato causato da persone normalmente responsabili, ma in quel secondo le cose non sono andate come dovevano andare. È morto veramente il piccolo Manuel, questa cosa mi distrugge, non se lo meritava, ma in realtà – ha concluso – è morta tanta altra gente coinvolta nell’accaduto. Non sappiamo come è andato l’incidente, ripeto poteva capitare a tutti, in qualsiasi strada”.
Il dolore dei genitori del piccolo Manuel
Da una parte un giovane, un 21enne, indagato per omicidio stradale, con i followers che aumentano sulla sua pagina, dall’altra i genitori del piccolo Manuel che devono fare i conti con la realtà. Tutta in bianco e nero. Loro che avevano desiderato tanto quel figlio, lo avevano immaginato, sognato i suoi lineamenti. E poi lo avevano stretto forte a loro. Con lui avevano riso, gioito, avevano vissuto, forse, i momenti più belli.
Avrebbero dovuto continuare ad averlo al loro fianco, ma purtroppo la triste realtà racconta un’altra storia, difficile da accettare. Perché non avranno più la possibilità di abbracciarlo, di vederlo crescere. In pochi e tragici istanti la vita del piccolo è stata spezzata via. E tutto questo forse per una manciata di like?
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