Arrestati due presunti scafisti dell’imbarcazione che il 12 luglio si è ribaltata a Lampedusa: alcuni dispersi e una vittima di 4 anni.
Un’altra vittima del mare, ma stavolta è impossibile parlare di insidie o conseguenze naturali: un bimbo di 4 anni è morto durante una traversata nel Mediterraneo a bordo della piccola imbarcazione partita l’11 luglio scorso e naufragata due giorni più tardi. A mettere ordine – per quanto possibile – in questa vicenda la nave Dattilo della Guardia Costiera. Il mezzo trova prima il bimbo privo di sensi poi un altro gruppo di migranti.
Il piccolo viaggiava con la madre dalla Tunisia, Sfax, verso nuovi lidi alla ricerca di un futuro migliore o più semplicemente un avvenire. Oltre alla piccola vittima il bilancio di questo “viaggio” finito male è piuttosto pesante: 7 persone disperse, 4 sono bambini. Arrestati due giovani, 19 e 20 anni, che potrebbero essere gli scafisti dell’imbarcazione: le indagini – coordinate dalla Procura di Reggio Calabria – hanno sottoposto a fermo un cittadino della Sierra Leone (20 anni) e un secondo soggetto (19 anni) di medesima provenienza.
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Naufragio a largo di Lampedusa: in manette i presunti scafisti
Le accuse sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Emessa, in tal senso, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nello specifico, l’imbarcazione naufragata a largo di Lampedusa portava 810 migranti: 310 dei quali sono stati tratti in salvo dalla nave “Dattilo” della Guardia Costiera.
Secondo quanto si apprende da alcuni testimoni, le condizioni meteo marine hanno reso impossibile il viaggio dell’imbarcazione. I presunti scafisti hanno chiesto aiuto a un peschereccio, ma nel trasbordo il mezzo si sarebbe ribaltato non lasciando scampo ad alcune delle persone a bordo. La traversata, partita dalla Tunisia, si è fermata prima del previsto. Uno stop pagato a caro prezzo in termini di vite umane.