Ex autore Rai violenta un bambino per 14 volte e poi pubblica fotografie e video di sesso esplicito all’interno del Dark Web.
Scandalo si abbate sulla testa dell’ex autore RAI, JT, cui è stata chiesta una condanna per pedopornografia e abusi sessuali verso minore. L’autore televisivo da anni pubblicava materiale pedopornografico nel dark web, con le autorità che da tempo stavano indagando sul suo conto e soprattutto sul materiale online che costamente pubblicava nei canali legati alla pedofilia.
Ex autore Rai violenta un bambino: la vicenda giudiziaria
Il pm Gennaro Varone ha chiesto nove anni di reclusione per l’uomo, forte anche dei materiali compromettenti trovati sul conto dell’ex dipendente della Rai. Almeno 14 volte avrebbe violentato il figlio di amici, che oggi ha 10 anni, pubblicando poi scene di sesso esplicito sui canali pedopornografici del dark web. Per la Procura di Roma, le accuse verso l’uomo sono quelle di pedopornografia minorile e violenza sessuale.
Ex autore Rai violenta un bambino: il materiale compromettente
Le perquisizioni nella casa dell’autore televisivo hanno scoperto un database degli orrori. L’uomo infatti aveva prodotto almeno ventimila immagini legati alla sfera pedopornografica, cui si aggiungevano anche filmini con la presenza di bambini abusati sessualmente. Dati che avevano un peso di circa 40 megabyte all’interno degli stessi hardware dell’ex dipendente Rai.
Ex autore Rai violenta un bambino: l’inizio dell’incubo del bambino
Il bambino venne affidato all’ex autore Rai dai genitori, che in lui vedevano un caro amico di famiglia. Fin dal primo giorno di affidamento, il piccolo diventa vittima di abusi sessuali da parte dell’uomo, che registra tali mostruosità con la propria cinepresa e pubblica tutto sul dark web. Le immagini arrivano fino in Australia, dove un agente sotto copertura scopre il materiale multimediale e fa aprire un’indagine sul conto del personaggio televisivo italiano.
Ex autore Rai violenta un bambino: l’indagine nel dark web
Grazie all’utilizzo della tecnologia Osint, si è riusciti ad arrivare all’identità del pedofilo. L’uomo sul darkweb era conosciuto solo con il nickname, con l’applicazione che è riuscita a dare un volto anche a quell’identità digitale.