Era stata incaricata di prendersi cura di un anziano e così è stato fino a quando non è morto, il 9 marzo del 2017. Una volta che l’uomo è deceduto la badante russa ha preso tutto i soldi del defunto, 12mila euro, e s’è volatilizzata. Il figlio ha denunciato l’ammanco di denaro e le indagini hanno portato la Procura a chiedere il rinvio a giudizio della 41enne, Olesya P., nel corso dell’udienza che si è celebrata qualche giorno fa. Ma della badante si sono perse le tracce, per questo il giudice è stato costretto a pronunciare una sentenza di non luogo a procedere. È la legge a stabilire che se non viene notificata all’imputato l’udienza di fissazione dell’udienza, il magistrato deve pronunciarsi con un’assoluzione e così è stato anche in questo caso.
Cosa è successo
La storia della badante russa, assunta per accudire l’anziano romano, è singolare. Perché la 41enne ha eseguito il suo lavoro, probabilmente anche con l’attenzione e la cura che le venivano richieste, finchè l’uomo era in vita. Non appena è morto, però, la donna ha preso tutti i soldi del suo assistito, circa 12 mila euro, ed è sparita. Il figlio dell’anziano s’è presto reso conto che mancavano i soldi sul conto del padre e le indagini hanno portato gli inquirenti alla 41enne. Per quanto quest’ultima sia stata ritenuta la presunta responsabile di quell’ammanco, di lei non c’era più alcuna traccia.
Or si cerca la bandate russa
Non resta che cercarla, così come disposto direttamente dal giudice di udienza, ma va trovata entro i limiti di tempo stabiliti affinchè il reato non si prescriva, perché una volta trascorso il termine previsto per legge, senza riuscire a rintracciarla, la badante russa sarà libera di andare in giro senza essere più perseguibile per il reato commesso. Lo dice la legge… precisamente la legge Cartabia.
Roma, il grossista della droga scappa in Spagna per sfuggire all’arresto