AstraZeneca e Johnson&Johnson sono tornati al “centro delle polemiche” per una motivazione che, in verità, non è mai tramontata. Parliamo della somministrazione di questi due vaccini nei confronti dei più giovani e, nello specifico, nelle donne under 60.
Ciò che gli esperti stanno cercando di dire al governo è un chiaro e netto stop alla somministrazione di questi due vaccini (nei più giovani) a causa degli effetti collaterali.
AstraZeneca ai giovani: stop alla vaccinazione
Andiamo per gradi. Fin dall’approvazione del vaccino AstraZeneca l’Aifa aveva suggerito – per tanto non imposto – la somministrazione in modo prioritario agli over 60. Tuttavia ad oggi la tabella di marcia sembra essersi invertita perché sono tantissimi gli Open Day regionali che permettono ai giovani di vaccinarsi con AstraZeneca e/o J&J.
La campagna vaccinale, grazie anche agli open day/week, ha sicuramente preso ritmi importanti, tuttavia le raccomandazioni dell’Aifa non sono state “prese abbastanza sul serio” e le prime problematiche si sono già verificati. Parliamo in particolare di due donne: una giovane 18enne vaccinata in un Open Day in Liguria ed una 42enne di Lucca. La ragazza è stabile nella gravità del suo quadro clinico mentre la 42enne è ricoverata in condizioni critiche in ospedale.
La lettera al governo dell’Associazione Coscioni: “Fermate le somministrazioni”
Seppur la correlazione con il vaccino non sia ancora stata accertata, i due casi riaprono i dibattiti sul vaccino AstraZeneca e sul perché dovrebbe essere somministrato solo agli over 60. Sono in tanti a chiedere lo stop di questi due vaccini nei confronti dei giovani. Tra le richieste più importanti c’è quella dell’Associazione Coscioni che, in una lettera al governo, ha espressamente affermato che i due sieri “Vanno fermati”.
La fascia di età più a rischio è quella dai 20 ai 55 anni e, soprattutto, per le persone di sesso femminile. Per tanto l’input è quello di andare avanti – per le fasce “critiche” ai due sieri – solo con Pfizer e Moderna. L’affollamento agli open day mostrano un grande senso civico, come sottolinea Figliuolo, tuttavia gli italiani si stanno fidando del Paese: sarà quindi che l’Italia non si fida abbastanza dell’Aifa o i numeri sono più importanti della scienza?