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Arrestato perché la massacrava di botte, ma la vittima confessa: “È tutto inventato, ero gelosa’”

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violenza domestica

Presa per i capelli, strangolata, picchiata e sottoposta ad aggressioni di ogni tipo. Potrebbe essere il racconto di una vittima di violenza domestica, però la donna che ha sporto denuncia ha poi ritrattato tutte le accuse verso il compagno.

È una storia complicata, piena di contraddizioni, quella che è arrivata nell’aula del Tribunale di Roma il 13 novembre. La donna ha spiegato ai giudici della quinta sezione collegiale che il suo compagno, un uomo di 53 anni, da tempo la costringeva a subire violenza, per poi negare il tutto. Prima che la sua versione si sciogliesse come neve al sole, però, l’uomo però è finito in carcere e attende processo. In un ginepraio di dubbi e domande su cui ora dovranno chiarire gli inquirenti.

Maltrattata dal compagno, lui finisce in carcere. La donna: “Mi sono inventata tutto”

È lunga la lista di accuse che la protagonista di questa storia rivolge al compagno. Oltre alle violenze, l’avrebbe minacciata di morte, picchiandola e terrorizzandola con armi di diverso tipo, come cacciavite, coltelli, rompendole anche gli occhiali. Un’escalation di violenza per cui tra il 2022 e 2023 la presunta vittima si sarebbe rivolta spesso alle Forze dell’Ordine.

Loro le hanno creduto, complici anche i numerosi lividi, ecchimosi su tutto il corpo e i continui sanguinamenti dal naso della donna, slegati dalla vicenda ma che lei sfrutta per avvalorare la sua tesi. Scatta così il divieto di avvicinamento per l’uomo e, dopo le indagini, anche la custodia cautelare in carcere per l’ex compagno. Insomma, sembrerebbe apparentemente che la giustizia abbia fatto il suo. Fino a che la donna ha ammesso, come raccontato dal Messaggero: “Ho inventato tutto, ero gelosa e pensavo mi tradisse”. L’uomo intanto è  in attesa di processo.

Denuncia il compagno per gelosia: “Pensavo mi volesse tradire”

Una storia strampalata, con un uomo accusato di violenza e una sedicente vittima che ora rischia la calunnia. In aula di tribunale la donna ha spiegato che il gesto estremo dipenderebbe da un suo stato di malessere. Avrebbe inventato tutto per gelosia, perché temeva che il compagno la stesse tradendo, per poi pentirsene. La donna, inoltre, ha ammesso di essere in cura da uno psicologo, che le ha prescritto una terapia per aiutarla in un momento di fragilità che le impedisce di comprendere le conseguenze delle sue azioni.

Azioni che, però, hanno conseguenze pesanti per il compagno, per cui il giudice ha chiesto in un secondo momento e dopo aver ascoltato tutti i dettagli la revoca della misura cautelare in carcere. Dal canto suo, la donna ha chiesto in lacrime di tornare a vivere insieme, lasciando spiazzati giudice e inquirenti.

Indagine in corso: urla dall’abitazione e versioni contradditorie non convincono gli inquirenti

Viste le numerose contraddizioni in questa storia, il giudice della quinta sezione dovrà ora ascoltare le autorità contattate in questi mesi e i testimoni per appurare la versione più credibile dei fatti. Prima di tutto i vicini di casa, che avrebbero ammesso di aver sentito delle urla dall’appartamento della coppia.

Il timore, più di tutto, è che la donna possa giustificare atteggiamenti violenti e aver ritrattato, come succede spesso a tante vittime di violenza, la sua versione non rendendosi conto della gravità del gesto. “Io credo che mi abbia sempre amata”, ha detto in aula, “Se c’è qualcuna che deve chiedere scusa, quella sono io”.

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