Grave rapina con aggressione davanti la stazione Laurentina a Roma: giovane aggredito con cocci di bottiglia da tre uomini.
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur e della Stazione Roma Garbatella hanno arrestato un cittadino marocchino di 23 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, gravemente indiziato dei reati di rapina pluriaggravata, tentata estorsione e lesioni personali ai danni di un giovane egiziano di 21 anni. Tutto ciò è avvenuto all’inizio di gennaio 2024, quando l’egiziano venne brutalmente aggredito da tre persone nei pressi della stazione Laurentina sulla Metro B.
Rapina alla stazione Laurentina: il racconto della giovane vittima
L’arresto è stato eseguito in seguito a un’attività d’indagine condotta in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma. Il provvedimento è scaturito da un intervento avvenuto il 2 gennaio in piazzale Ostiense. Una pattuglia dei Carabinieri della Stazione Roma Garbatella ha risposto alla denuncia del giovane egiziano, il quale ha riferito di essere stato aggredito da un gruppo di tre persone nei pressi della metro Laurentina.
Aggressione con coccio di bottiglia alla Metro Laurentina
I malviventi, dopo averlo colpito al collo e al volto con una bottiglia di vetro rotta, si sono impossessati dello smartphone del giovane e di 300 euro in contanti. Successivamente, lo hanno costretto a raggiungere la stazione metro “Piramide” per restituirgli i suoi effetti personali. La vittima è stata trasportata d’urgenza presso l’ospedale “San Giovanni” dal 118.
Rapina alla Laurentina: l’arresto del 23enne tunisino
Raccolti tutti gli elementi utili dalla vittima, i Carabinieri sono riusciti in pochi minuti a individuare e bloccare il sospettato. Ulteriori indagini hanno portato all’accumulo di gravi elementi indiziari e, in accordo con la Procura di Roma, il 23enne è stato condotto nel carcere di Regina Coeli. Il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Si sottolinea che, in considerazione dello stato del procedimento, l’indagato deve essere considerato innocente fino a una possibile sentenza definitiva. Le indagini dei Carabinieri proseguono al fine di identificare anche eventuali complici.