Oltre 3 chilometri di costa inquinata su 9 ad Ardea. Altro che acqua azzurra, acqua chiara, come cantava Lucio Battisti nell’omonimo successo del 1969. Eppure, nonostante i cartelli con il divieto di balneazione, oggi, complice la giornata praticamente estiva, centinaia di persone erano beatamente a mollo. Incuranti dei batteri e dei rischi che si corrono, a “mollo” c’erano adulti e bambini. Ma non solo. C’era anche, sin da stamattina, chi pescava telline.
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Telline declassate da A a B
E questo malgrado l’ordinanza emessa dalla Asl che vieta non tanto la pesca di molluschi, quanto il consumo dopo averli pescati. Infatti le telline di Ardea sono state declassate da “A” a “B” a causa del superamento dei limiti di “e coli”, ovvero dei batteri contenuti nell’acqua, che risulta inquinata. Le telline, secondo quanto prevede l’ordinanza, devono essere inviate al “Centro depurazione molluschi” o in un centro di stabulazione per essere depurate prima di poter essere consumate.
L’uso umano, prima di questo trattamento, è vietato, in quanto può portare conseguenze anche gravi. Ma i bagnanti, forse ignari, oppure noncuranti, hanno proseguito a pescare – e dubitiamo che possano procedere con il trattamento professionale a cui sono obbligati i pescatori – e a fare tuffi per tutta la giornata.
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Niente bagnini comunali su tutto il litorale rutulo
E a tutto questo si aggiunge che, nei 9 chilometri di costa, di cui più di tre con il mare interdetto in quanto inquinato, non ci sono bagnini comunali. Altro motivo per cui è pericoloso fare il bagno. Ancora il Comune non ha installato le posizioni per il salvamento, nonostante la stagione sia ufficialmente partita il 15 maggio.