Il Comune di Ardea chiamato a riconoscere l’enorme “buco” di circa 8 milioni di euro. Al voto assente l’opposizione.
Ardea – 8.000.000 di Euro per debiti fuori bilancio. E’ questa l’inaspettata eredità che il dirigente comunale architetto Scarpolini ha tirato fuori dai suoi cassetti poco prima di lasciare per sempre la sua scrivania all’ufficio tecnico del Comune di Ardea.
Questa mattina è stato convocato un Consiglio comunale urgente che prevedeva un solo punto all’ordine del giorno, la delibera num. 138/2014/PRSE della Corte dei Conti sez. regionale controllo per il Lazio. I consiglieri sono stati chiamati per ratificare, a loro volta, una delibera che impegna il comune a riconoscere i debiti fuori bilancio che sono stati documentati in modo completo dagli uffici e di accantonare una cifra adeguata a salvaguardia di altri debiti che potrebbero trovare adeguata documentazione e riconoscimento. La cifra necessaria a coprire l’inaspettata spesa dovrà essere ricavata dall’aumento delle tariffe di tasse e tributi e dai tagli già individuati alle spese da adottare con il bilancio previsionale del 2014.
Dietro a tutto ciò, quasi incomprensibile per i più che non sono avvezzi al freddo e tecnico linguaggio burocratico adottato, c’è una vicenda tanto semplice da descrivere quanto al tempo stessa sorprendente per essere venuta fuori solo oggi.
Già lo scorso anno la Corte dei Conti, con una delibera quasi identica a quella inviata a luglio, aveva redarguito l’amministrazione raccomandando che venissero effettuare le opportune verifiche necessarie a far emergere debiti sommersi non propriamente visibili nei bilanci.
I dirigenti comunali di Ardea, questa volta, non si sono potuti tirare indietro e hanno vuotato i cassetti documentando in un elenco dettagliato quasi 300 fatture mai pagate e mai adeguatamente coperte da impegni di pagamenti per un totale di 7.929.430,77 €; fatture che riportano date in massima parte a partire dal 2011 ma numerose sono anche quelle più vecchie che risalgono ad oltre dieci anni fa.
La seduta si è aperta al secondo appello, ma con i banchi dell’opposizione occupati da due soli consiglieri. Dopo la breve esposizione del Presidente del Consiglio, Massimiliano Giordani, in più occasioni sono intervenuti i consiglieri Fanco e Ludovici ad illustrare il loro profondo dissenso all’approvazione della delibera, ma anche i consiglieri del nuovo gruppo UDA, guidato dal focoso Policarpo Volante, non ha fatto mancare le proprie osservazioni. Non si sono mai pronunciati – neppure rivelandosi cinesicamente – i consiglieri di Forza Italia; inerti e dall’aria assente ma contrita, si sono limitati ad alzare la loro mano per approvare quanto predisposto dai dirigenti in un’aula che in quel momento vedeva la solo loro presenza insieme ai consiglieri dell’UDA e all’unico dello NCD. Si è astenuto dalla votazione il consigliere Volante mentre sono usciti dall’aula Fanco, Ludovici e Tantari.
Il capocartello del PD, Antonino Abate, assente dall’Italia in questi giorni, ci ha raggiunto telefonicamente rilasciandoci con una battuta la sua posizione: “Da molto tempo sto dicendo che i debiti fuori bilancio costituiscono un ammontare da dissesto finanziario; dai miei conti questi ammontano a quasi 11 milioni e mezzo di Euro, ben oltre quelli dichiarati dai dirigenti”.
Questa vicenda, e la sua urgenza nel doverla affrontare, ha in parte chiarito il lungo ritardo con cui il Sindaco Luca Di Fiori sta conducendo la crisi politica della città; la giunta è ancora incompleta e non sono state assegnate le deleghe agli assessori nominati. Questa situazione lascia trasparire ancora forti dissensi nella maggioranza, in modo particolare da parte del capogruppo Forza Italia Fabrizio Acquarelli che, con il suo silenzio, è stato più loquace di ogni altro collega oggi in aula, Sindaco compreso che, come c’era da aspettarsi, si è dichiarato estraneo a questa situazione dimenticando, forse volutamente, che oltre un milione e mezzo in Euro di quei debiti sono stati prodotti sotto la sua amministrazione.
A questo punto il bilancio tanto atteso e per il quale sono ormai scaduti i tempi per l’approvazione, arriverà in aula forse alla fine di questo mese, con la compiacente proroga concessa dirattamente dal prefetto, e porterà con se sorprese ben più amare di quanto già non fosse stato volutamente lasciato trapelare.
Non ha pensato a lasciare ? Abbiamo chiesto provocatoriamente al Sindaco. “Dichiarare il dissesto intende ? Si ci ho pensato, ma sarebbe una catastrofe per i cittadini che dovrebbero rinunciare in termini di servizi anche a quel poco che noi riusciremo a dare, e poi penso a quella ventina di impiegati comunali che in questo frattempo andranno in pensione e che non potrebbero essere sostituiti, aggravando così ulteriormente il peso del lavoro per un’amministrazione già sotto organico”.
Mario Savarese