Ardea. Un fabbricato fatiscente, abbandonato, con un via vai sospetto di veicoli continuo. E poi, una recinzione che ne celava le operazioni che avvenivano al suo interno. Tutto questo ha insospettivo progressivamente le forze dell’ordine che hanno così deciso di intervenire per capire cosa stesse accadendo da quelle parti. Si apre l’indagine, e dopo qualche tempo, tra appostamenti, monitoraggi e sopralluoghi, si scopre che proprio in quel fabbricato apparentemente abbandonato, si nasconde un traffico illecito di veicoli. Così, il tutto si conclude nella giornata di ieri, mercoledì 30 novembre 2022, quando la Polizia di Stato fa irruzione, ed esegue tre ordinanze di custodia cautelare a Roma, disposte nei confronti di soggetti già noti alle forze dell’ordine. Le misure personali sono state emesse dal GIP del Tribunale di Velletri, a seguito di un’indagine per presunto traffico illecito di veicoli, come anticipato, e svolta dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Roma.
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Smontavano le auto per rivenderle ad Ardea
Il tutto era iniziato nel mese di settembre scorso, quando l’attenzione degli investigatori era stata attratta, in particolare, da ambigui movimenti di veicoli presso un fabbricato in Ardea, in stato di semi-abbandono ma comunque ben chiuso da una recinzione e un cancello. Quando hanno deciso di effettuare il primo sopralluogo, dopo diversi appostamenti, gli agenti hanno scoperto all’interno della struttura numerose parti di veicoli e la relativa attrezzatura idonea allo smontaggio. Ma non tutto, perché dopo le prime perlustrazioni, gli operatori intervenuti hanno anche scovato un seminterrato dove c’erano quattro uomini e numerosi veicoli smontati e privati delle targhe e dei dati identificativi. Era il cuore della loro attività illecita, ben protetta da porte recinzioni e da un immobile che si pensava fosse completamente abbandonato.
L’intervento delle Forze dell’Ordine
Solo successivamente, poi, attraverso specifiche indagini tecniche, la Polizia Stradale è risalita alla reale identificazione delle componenti auto custodite all’interno, risultate appositamente smontate da veicoli rubati per essere pronte all’immissione nel mercato illegale della rivendita di ricambi. Il successivo sviluppo delle indagini, durate circa due mesi, ha permesso agli investigatori di accertare definitivamente che era in atto un’attività di riciclaggio diveicoli rubati, permettendo all’Autorità Giudiziaria di emettere i provvedimenti cautelari in carcere ed uno agli arresti domiciliari per le persone identificate nel capannone, mentre le parti di veicoli come l’attrezzatura utilizzata dal gruppo è stata completamente sequestrata.