Giovanna Boda, ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, è stata condannata a 2 anni e 2 mesi con rito abbreviato nell’ambito del procedimento relativo ai presunti illeciti negli appalti Miur. Si tratta della pena richiesta dal pm Carlo Villani della procura di Roma. I reati contestati sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e rivelazione dei segreti d’ufficio.
Corruzione al Miur, soldi in cambio di regali: chiesto il rinvio a giudizio per Giovanna Boda
Giovanna Boda condannata per corruzione
Come ha riportato l’agenzia di stampa Agi, l’accusa, nella requisitoria, ha segnalato la ‘collaborazione’ fornita da Boda nelle indagini e il suo ‘pentimento’. Nell’ambito dello stesso procedimento sono state pronunciate tre sentenze di assoluzione – due “perché il fatto non sussiste” e una “per non aver commesso il fatto” – e un’altra sentenza di condanna a 3 anni e 4 mesi.
Lo scorso 30 maggio il gup di Roma aveva rinviato a giudizio l’imprenditore e altre 9 persone che avevano scelto, invece, il rito ordinario. Il processo è iniziato lo scorso 27 settembre davanti all’ottava sezione penale del tribunale della capitale. All’udienza preliminare dello scorso maggio il giudice aveva ammesso come parti civili il Miur e la Presidenza del Consiglio dei ministri.
Le parole del Gip
Come riportato da Repubblica, il Gip si era già espresso in merito alla vicenda spiegando come i poco chiari rapporti interni al Ministero evidenzino un ‘quadro piuttosto desolante nel quale la sfera pubblica si intreccia con quella privata, dove gli interessi privati di Bianchi di Castelbianco prevalgono su quelli pubblici, declassando il Dipartimento diretto da Giovanna Boda a dependance degli uffici delle società dirette e controllate da Bianchi di Castelbianco’. Aggiungendo inoltre che: ‘l’imprenditore era divenuto nel corso degli ultimi anni il dominus delle iniziative progettuali in ambito scolastico assunte dal Ministero dell’Istruzione grazie alla magica commistione dei ruoli e funzioni da costui ricoperte’.
Soldi in cambio di regali
Stando ai conteggi effettuati a margine della conclusione delle indagini, sarebbero circa tre milioni e duecento mila euro i soldi, sotto forma di regali, ottenuti in cambio di agevolazioni così da mettere le mani su appalti milionari del mondo della scuola. Numerosi i regali effettuati alla manager, come ad esempio: trattamenti medici, viaggi, pc, appartamenti in montagna o nel centro storico e così via. Il fine di questi regali era però quello di accaparrarsi bandi milionari.