Il caro bollette e gli aumenti delle forniture del gas potrebbe avere ripercussioni anche sulle scuole? E’ questo uno dei temi di cui si dibatte in questi giorni in vista della riapertura delle scuole ma soprattutto pensando a cosa accadrà il prossimo inverno. Se da un lato l’Italia ha cercato di ridurre ormai da qualche tempo la dipendenza da Mosca, dall’altro si stanno cercando soluzioni per ridurre i consumi un po’ in tutti i settori. Scuola compresa.
Taglio consumi a scuola per il caro energia
Quello del caro energetico sarà uno dei punti centrali sul quale il nuovo Governo, dopo le elezioni del 25 settembre, dovrà confrontarsi e anche con poco margine a disposizione. Ma quali potrebbero essere le soluzioni per la scuola?
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Riscaldamenti e luci spenti quando non servono
Un primo passo potrebbe essere quello di tenere spente luci e riscaldamenti quando non servono. Ma uno dei grandi problemi degli Istituti riguarda anche l’ammodernamento degli impianti che in molti casi risultano obsoleti, così come gli infissi. Il che si traduce, chiaramente, in un aumento dei consumi.
Sostituire le lampadine
Al Messaggero Mario Rusconi, Preside dell’ANP Roma (Associazione Nazionale Presidi), spiega che per prima cosa “andrebbero sostituite tutte le luci di vecchia generazione con quelle al LED”. Nuovamente viene poi menzionata la necessità di spegnere le luci “quando in aula non c’è nessuno”. Questione all’apparenza banale, ma non certo dal punto di vista tecnico considerando che spesso esiste un unico contatore centralizzato senza la possibilità di intervenire in aule o stanze specifiche.
I riscaldamenti
Per quanto riguarda il riscaldamento Rusconi aggiunge: “Sono i singoli Municipi a decidere gli orari di accensione e non gli Istituti. Auspichiamo dunque un confronto con gli Enti Locali spingendo per un’autonomia delle scuole al fine di ridurre i costi. In quest’ottica il risparmio potrebbe arrivare al 30%”.
Dall’Inghilterra la proposta della scuola solo per tre giorni a settimana
Ma il nostro Paese non è l’unico a muoversi in vista della ripresa del nuovo anno scolastico. Dall’Inghilterra ad esempio, come spiega in questo caso il Telegraph, si valuta l’ipotesi di ridurre a soli tre giorni di scuola alla settimana la frequenza degli alunni. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di ridurre in consumi.
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