Trovare personale per i locali, in estate, è un’impresa. Titolari e gestori delle attività faticano a tenersi cuochi, baristi e camerieri, non sono bastate le 4.500 assunzioni effettuate da bar e ristoranti della Capitale solo ad agosto a risollevare il settore. L’allarme arriva dalle stesse associazioni di categoria che, dopo anni di avvisaglie sulla carenza di personale, ribadiscono la necessità di mettere mano ai contratti, regolarizzando i dipendenti e con retribuzioni più soddisfacenti per chi lavora nei ristoranti della Città eterna.
Confcommercio: “Mancano almeno 4 mila persone nelle ristorazione”
Il comparto della ristorazione, soprattutto nelle città storiche come Roma, soffre da anni di carenza di personale. Nonostante le migliaia di assunzioni dello scorso mese, come racconta Sergio Paolantoni, presidente della Fipe, al Corriere della Sera, ne servirebbero almeno il doppio per risanare le difficoltà vissute durante l’alta stagione dai proprietari di bar e locali della Capitale. Mancano a oggi almeno 4mila dipendenti, considerando che molti hanno preferito lavorare sul litorale o nei comuni lontani dal Centro storico.
Secondo Confesercenti, però, il numero sarebbe ancora più drammatico: si parla di almeno 7mila addetti per un servizio adeguato. La mancanza di persone al lavoro ha costretto anche cambiamenti nel servizio dei locali, con chisure anticipate e turnazioni problematiche nello staff.
Chiusure anticipate e turnazioni nel caos
Mancano le persone, anche le disponibilità. Vale sia per alternarsi sul posto di lavoro, così come per le ferie. A marzo la Capitale era sprovvista di circa 15mila addetti nel comparto ristorazione, un vuoto che ha danneggiato anche l’economia del turismo nel primo anno “alleggerito” dallo spettro del Covid. La mancanza di personale ha costretto infatti i titolari di bar e ristoranti a ridurre orari di attività e persino a chiudere prima. Come raccontato per esempio al Corriere della Sera da Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercent, tanti esercenti per carenza di personale hanno preferito chiudere prima per ferie, così da poter concedere adeguato riposo ai dipendenti. Se fossero rimasti chiusi, al contrario, non sarebbe stato possibile organizzare le turnazioni, visto i pochi dipendenti sul posto di lavoro.
Crisi nei ristoranti: prese persone inesperte
Pur di “coprire” il servizio, molti titolari hanno fatto ricorso così a persone esterne al mondo della ristorazione. Una scelta che ha portato anche a un abbassamento della qualità del servizio, con mancanza di preparazione e differente predisposizione al lavoro dei dipendenti. “Quest’emergenza deve servire a rimettere ordine nei contratti di categoria”, interviene Federico Mondello, presidente della Cna Commercio, sul Corriere della Sera. Trascorsa l’estate, le associazioni di categoria promettono infatti di indire un tavolo per un confrondo con i sindacati, soprattutto per quanto riguarda i contratti e le retribuzioni orarie dei dipendenti. “Bisogna premiare la fedeltà dei lavoratori”, conclude Pica.
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