Afghanistan. Qualche ora fa, il Presidente americano Joe Biden, ancora in isolamento a causa del Covid, ha dato il suo annuncio ufficiale: “Giustizia è stata fatta”. Al suono di queste parole ha dichiarato l’uccisione del leader di al-Qaida Ayman al-Zawahiri direttamente dalla Casa Bianca.
L’obiettivo è stato neutralizzato nell’ambito di quella che è stata definita un’operazione di ”precisione” e di assoluto ”successo”, portata a termine nel cuore della capitale afgana di Kabul.
Ucciso leader di Al-Qaida Zawahiri
Sempre nel suo comunicato, il Presidente ha voluto anche sottolineare come il successo dell’intera operazione sia la prova tangibile della “risolutezza e della capacità” americana contro il terrorismo. Il target, Zawahiri, era da tempo in cima alla lista dei terroristi più ricercati al mondo, era stato anche assieme a Osama bin Laden l’artefice dell’attacco alla Torri Gemelle a Manhattan dell’11 Settembre 2001. “Questo leader terrorista è stato eliminato”, ha continuato Biden.
L’annuncio ufficiale degli States
L’annuncio ufficiale è di qualche ora fa, ma quando si è compiuta la ”missione”? Il leader di al-Qaida è stato ucciso nella notte fra sabato 30 luglio e domenica 31 luglio italiana – per l’esattezza alle 21.48 del 30 luglio a Washington – nel corso di una missione condotta dalla Cia con un drone da cui sono stati lanciati due missili Hellfire.
Stando ai media internazionali, pare che il leader si trovasse in quel momento su sul balcone esclusivo, in un quartiere residenziale del centro di Kabul, controllato dal Ministero della Difesa afgano. In quel momento è stato intercettato dal drone statunitense che lo ha freddato sul posto. La sua famiglia era nell’abitazione ma è rimasta illesa. Il raid, hanno riferito fonti dell’amministrazione, non ha causato nessuna vittima civile.
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L’operazione ”over the horizon”
Si tratta della prima azione afghana svolta dagli States dopo la loro burrascosa e rovinosa ritirata dal territorio. Allora la Casa Bianca aveva indicato che avrebbe mantenuto capacità di colpire “over the horizon”, ovvero a distanza, forze terroristiche che avessero trovato rifugio o sostegno dentro il Paese. Per l’amministrazione Biden, dunque, l’efficacia della caccia al terrorista diventa anche, e soprattutto, un segnale di riscatto dopo le dure critiche a seguito della ritirata.
Ad ogni modo, si tratta dell’epilogo di lunghi ”appostamenti”. L’intelligence americana aveva per mesi, almeno da aprile, seguito i movimenti di Zawahiri, e anche costruito un modello dell’abitazione per preparare l’operazione nel modo più dettagliato e preciso possibile.
Chi era Al Zawahiri
Dopo l’uccisione, i talebani hanno condannato l’operazione ritenendola una “chiara violazione dei principi internazionali e dell’accordo di Doha. Queste azioni sono contro gli interessi degli Stati Uniti, dell’Afghanistan e della regione”, hanno dichiarato in una nota. Al-Zawahiri, dunque, aveva assunto le redini dell’organizzazione terroristica nel 2011 dopo l’uccisione in Pakistan di bin Laden, di cui era stato per anni il braccio destro.
Aveva avuto la capacità di legare la sua rete, presente anzitutto in Egitto, con le forze di bin Laden, rafforzando enormemente Al Qaeda negli ultimi anni. Negli Usa, prima ancora dell’11 Settembre, era stato incriminato per gli attentati contro le ambasciate di Kenia e Tanzania risalenti al 1998.