Controlli alle prime luci dell’alba lunedì 12 febbraio a Roma, in provincia e a Olbia volti al sequestro dei beni di un imprenditore romano, frutto di attività illecite.
Confiscati beni per un valore di 20 milioni di euro, questo l’esito del sequestro che i carabinieri del comando provinciale di Roma stanno portando avanti fin dalle prime luci dell’alba nella Capitale. I controlli hanno riguardato l’ingente patrimonio di un imprenditore romano che, stando agli accertamenti dei carabinieri, sembrerebbe aver costruito la sua fortuna su attività illecite.
Maxi-sequestro a un imprenditore romano: 20 milioni di beni da attività illecite
Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del comando provinciale di Roma stanno eseguendo nella Capitale, in provincia e a Olbia, un decreto di sequestro. I militari hanno proceduto su disposizioni della sezione “misure di prevenzione” del Tribunale di Roma Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, con la confisca di alcuni beni, attività che si configurano nell’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali di un imprenditore romano. Tra i beni sequestrati 4 ville, 1 complesso industriale, 144 unità immobiliari, vari terreni, 11 società e 22 veicoli, molti dei quali di grossa cilindrata.
Il sequestro di beni, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, scaturisce dagli accertamenti delegati dalla procura della Repubblica di Roma ai carabinieri (sezione misure di prevenzione del nucleo investigativo di Roma). I militari sono riusciti a ricostruire il profilo e la carriera criminale dell’imprenditore, nonché di individuare il suo ingente patrimonio, da ritenersi frutto di attività illecite.
Le indagini hanno permesso per esempio di risalire all’intero percorso criminale del soggetto, dedito a reati sin dal 1996, molti dei quali connessi alla sua attività imprenditoriale. Nel corso degli anni, è stato coinvolto in episodi di usura, ricettazione, truffa, falsità in scrittura privata, sostituzione di persona, falsità in testamento olografo, bancarotta semplice, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, realizzazione di discariche non autorizzate, violazione dei sigilli, violazioni della legge sugli stupefacenti. A questi precedenti, si aggiunge inoltre il reato di favoreggiamento di latitanti del clan di camorra “Polverino”.