Era il 26 febbraio dello scorso anno quando Riccardo, appena 18 anni, è morto ad Acilia, nel parco della Madonnetta. Stroncato da un arresto cardiocircolatorio mentre scappava da un senzatetto che brandiva un’ascia. Un pomeriggio come tanti, che purtroppo si è trasformato in tragedia: per il giovane non c’è stato nulla da fare e a poco sono serviti i tentativi disperati di rianimarlo. Il suo cuore ha smesso di battere e mamma Daniela, da quel terribile giorno, sopravvive. Ma continua a lottare affinché quella zona non sia lasciata al degrado, all’incuria. Come invece, da tempo, accade.
La morte di Riccardo al Parco della Madonnetta di Acilia
Il 16enne si trovava con gli amici nei pressi del Parco della Madonnetta ad Acilia, in via Bruno Majoli, quando ha improvvisamene accusato un malore, per lui fatale. Sembrava uno strano scherzo del destino, invece Riccardo stava fuggendo da un senzatetto armato di un’ascia, un 54enne che poi avrebbe raccontato agli agenti di Polizia che i ragazzi lo stavano infastidendo e che lui, per spaventarli, li ha rincorsi con una mazza di ferro. Una corsa che avrebbe provocato poi la morte di Riccardo, che a 16 anni è stato stroncato da un infarto.
Il degrado
E a un anno da quel terribile episodio, che i residenti della zona difficilmente dimenticheranno, i ‘riflettori’ sono ancora puntati sul degrado in cui versa il parco. Quasi come se a nulla fossero servite le lotte di mamma Daniela, che non si arrende e continua a invocare giustizia, a chiedere una bonifica dell’area. “Non è cambiato nulla. La situazione è sempre più pericolosa, tutto questo non è accettabile. Il 26 febbraio è passato un anno, una morte che alle istituzioni è passata inosservata a quanto pare” – “Sono cadute le travi a terra, molti manufatti continuano a essere vandalizzati, un degrado che colpisce anche il piazzale di via Bruno Molajoli, dove da ormai troppo tempo è possibile trovare rifiuti di ogni genere. Ad ogni angolo”.
Tanti gli incendi che si registrano lì, troppe le persone che vivono in accampamenti di fortuna, nonostante il Comune a novembre 2021 abbia disposto la messa in sicurezza del Parco della Madonnetta. Forse solo su carta, perché nei fatti lo scenario è lo stesso. “La chiusura dei varchi di accesso non è avvenuta – spiega Daniela – i ragazzi continuano a entrare nella struttura abbandonata”. Quasi come un déjà-vu, una triste storia che si ripete. Anche se nessuno dovrebbe diventare il prossimo ‘Riccardo’, morire giovane in un’area trascurata, abbandonata, lasciata a sé stessa. “Nessun intervento di bonifica è stato fatto all’interno della struttura costata milioni di euro, rimasta in balia di teppisti, senza tetto, che hanno fatto man bassa di quello che era una volta un gioiello di aggregazione” – tuonano Gaetano Di Staso, coordinatore di Ecoitaliasolidale per il X Municipio e Biagio Caputi, presidente dell’associazione Decimo Solidale’.
Tanto l’interessamento all’inizio, la rabbia, lo sgomento. Poi, dopo diversi mesi, nessun cambiamento: tutto è uguale a prima, tra rifiuti, erba incolta, travi smantellate, vetri rotti e attrezzi ormai arrugginiti. Non è bastato quello che è successo? Cosa bisogna fare per riportare il decoro? Come far per far vivere i cittadini in sicurezza? Se lo chiede mamma Daniela, se lo chiedono le associazioni e i residenti, che sono sempre più stanchi e impotenti. Ma che non hanno intenzione di arrendersi.
La storia del Parco della Madonnetta di Acilia
Il Parco della Madonnetta si trova tra Via di Macchia Saponara e via di Acilia e si estende in un lungo rettangolo verde di 21 ettari, che nella seconda metà degli anni novanta è stato investito da un importante progetto. Il terreno, di proprietà comunale, è stato dato in concessione per 30 anni a un imprenditore privato che doveva realizzare uno dei primi Punti Verde Qualità. Questo doveva comprendere 6 campi da tennis, 2 campi polivalenti coperti, 6 palestre, tutto in grado di accogliere anche persone con disabilità, ristoranti e bar, uno skate park e ancora orti urbani, piscine, beach volley, calciotto e calcio a 5. Un progetto, che per varie difficoltà sia economiche che logistiche e per mancanza di collaborazione della classe politica e dei dirigenti comunali, il concessionario non è riuscito a portare a conclusione.
Nel 2015 il PVQ è stato revocato al concessionario, sono nate diverse associazioni, ma nel tempo le strutture sono state vandalizzate, incendiate. Proprio così come si trovano attualmente. A febbraio dello scorso anno erano arrivate ben 16 proposte per rilanciare il parco, poi però a fine mese in quell’area Riccardo, a soli 16 anni ha perso la vita. E da quel momento tutto sarebbe dovuto cambiare, ma così non è stato.