Si terranno domani, lunedì 24 agosto, i funerali di Simone Sperduti, il 19enne che mercoledì all’alba è stato travolto e ucciso da un’auto. Lui, che stava andando al lavoro e si trovava sullo scooter Honda SH 300, è stato investito da una vettura, una Opel Meriva: alla guida un poliziotto, che è poi risultato essere ubriaco e drogato. Lui che quella mattina era salito a bordo, quando in realtà non poteva: la vista annebbiata da un mix di alcol e droga e la patente scaduta da anni.
L’ultimo saluto a Simone Sperduti
I funerali di Simone Sperduti, che avrebbe compiuto 20 anni a dicembre, si terranno domani, alle 10, a Roma, presso la Chiesa del Santissimo Sacramento, in Largo Agosta. Simone, che sognava di diventare vigile del fuoco come il papà, viveva a Centocelle, era conosciuto e amato da tutti. Dagli stessi che ora, con le lacrime agli occhi, lo ricordano come un ragazzo solare, buono, gentile, un grande amante della vita e della Roma, la sua squadra del cuore. Lui che mercoledì mattina stava andando al lavoro, in attesa di conoscere l’esito del concorso per entrare nei vigili del fuoco, e lui che in pochi istanti è stato travolto e ucciso mentre si trovava sulla Prenestina, all’altezza dello svincolo per il GRA.
La dinamica dell’incidente mortale
Il drammatico incidente è avvenuto mercoledì, intorno alle 4.30 sulla Prenestina. Simone, che viaggiava a bordo del suo scooter Honda Sh 300, è stato travolto da un’auto, una Opel Meriva: alla guida un poliziotto, Andrea P., classe 1976, che poi è risultato essere sotto effetto di alcol e droga. Stando a una prima ricostruzione dei caschi bianchi, pare che l’uomo a bordo dell’auto stesse svoltando per immettersi sulla rampa del raccordo, quando è sopraggiunto il motociclo. Lì, poi il terribile impatto. Inutili i tentativi di soccorso e rianimazione: Simone non ce l’ha fatta e il suo cuore ha smesso di battere.
La lettera del poliziotto
Il poliziotto ora è in carcere, dovrà rispondere di omicidio stradale aggravato e proprio ieri il suo arresto, durante l’udienza, è stato convalidato. Andrea P., 46 anni, ha risposto alle domande e ha scritto una lettera di scuse ai familiari del ragazzo: penna alla mano, ha messo nero su bianco il suo dolore. “Ho sbagliato, cavolo ho sbagliato, avrei voluto morire io. Dovevo morire io. Vi chiedo perdono. Niente vi ridarà più vostro figlio, ma io farò qualsiasi cosa possa aiutarvi. Vi chiedo perdono, e a Dio. Avrei dovuto morire io. Ho il cuore in pezzi, ma so che è nulla rispetto a quello che state provando voi. Odiarmi è il minimo”.
‘Mi inginocchio, avrei dovuto morire io’: il poliziotto che ha investito Simone chiede perdono