Il suo desiderio era tatuarsi a tutti i costi una pantera sulla gamba ma, come spesso accade, non aveva trovato il consenso dei suoi genitori, né, soprattutto, il permesso. Tuttavia, non si è lasciata demoralizzare e ha tentato di aggirare la legge chiedendo alla mamma della sua fidanzatina di prenderne il posto e firmare così il consenso davanti al tatuatore. Ma è bastato poco per scopre il misfatto, e così a finta mamma è finita a processo per sostituzione di persona, finendo per essere condannata a tre mesi dal giudice Sergio Natale. Il fatto è riportato da Il Corriere della Sera.
Chiede alla mamma della fidanzatina di firmare il consenso
La vicenda risale alla fine del 2018 quando, dopo la fine della scuola, quando un giovane 16enne aveva chiesto a sua madre il permesso di avere un tatuaggio di certo non comune: una pantera sulla gamba, come regalo della promozione. La madre si era da subito rifiutata di sottostare alla richiesta del regalo, ma il giovane era davvero molto determinato a portare a termine il suo desiderio. Ora, è bene ricordare che la legge vieta di eseguire tatuaggi ai minori di 18 anni senza il consenso informato dei genitori. Per questo, serviva la firma di un finto genitore, e il giovane ha avuto subito l’idea: cercare una nuova mamma che sostituisca quella vera firmando il permesso necessario.
Condannata a 3 mesi la donna
La disponibilità è presto arrivata dalla 48enne Tiziana B., mamma della sua fidanzatina che, a quanto pare, non si è tirata indietro di fronte alla richiesta del 16enne. E così, insieme, sono andati al negozio di tatuaggi, si sono presentati come madre e figlio e hanno portato avanti il loro piano. La donna ha firmato il consenso informativo e il giovane ha potuto avere il suo tanto agognato tatuaggio. Ma, una volta a casa, la madre aveva scoperto tutto e si era recata al negozio di tatuaggi. La colpevole? La madre della sua fidanzatina che, dopo la denuncia, a distanza di quattro anni è stata condannata in primo grado a tre mesi.