Avevano messo in piedi una vera e propria organizzazione dove i soldi sarebbero dovevano andare ai bambini bisognosi per dare loro un futuro migliore. Peccato che il futuro migliore fosse invece quello degli organizzatori, che trattenevano la gran parte dei fondi destinati ai sussidi alimentari. Ma il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di finanza, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, a seguito di un’approfondita indagine, ha scoperto quanto stava accadendo e ha posto fine all’illecito. E da questa mattina all’alba sono in corso gli arresti. I finanziari stanno infatti dando esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma nei confronti di cinque persone.
Riciclaggio e corruzione: i soldi erano destinati ai sussidi alimentari
L’indagine dei finanzieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha portato a scoprire un presunto riciclaggio internazionale del denaro che sarebbe provento dei reati ipotizzati di corruzione e di appropriazione indebita di fondi pubblici venezuelani, destinati all’attuazione di un programma di sussidi alimentari, per i quali un imprenditore colombiano risulta imputato di fronte all’Autorità giudiziaria statunitense.
L’uomo, da poco arrestato all’aeroporto dell’isola di Capo Verde, era stato estradato in esecuzione del mandato emesso dagli Stati Uniti d’America. Avrebbe inoltre costituito numerose società attraverso le quali riciclare i proventi illeciti.
Sequestrato un appartamento di lusso in via Condotti e quasi 2 milioni di euro
Sempre nella stessa indagine, la Guardia di Finanza aveva già sequestrato un appartamento di pregio sito nel centro storico di Roma, in Via Condotti, del valore di circa euro 4,8 milioni, nonché 1,8 milioni di euro giacenti su un conto corrente acceso presso una banca italiana.
E adesso, in base agli elementi finora raccolti dalle Fiamme Gialle, sono emersi indizi secondo i quali l’imprenditore colombiano avrebbe fittiziamente intestato le società di diritto estero a quattro cittadini italiani che avrebbero quindi agito come prestanomi.
Arrestate 5 persone
Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle investigazioni, il GIP del Tribunale di Roma ha ora disposto la custodia in carcere nei confronti di due indagati e gli arresti domiciliari nei confronti di altre tre persone. Non solo. Gli agenti hanno anche effettuato il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo di 1,6 milioni di euro.