Si chiamava Michelle Maria Causo la ragazza uccisa nel primo pomeriggio di oggi, 28 giugno, a Roma, in zona Primavalle, e trovata in un sacco della spazzatura, dentro un carrello della spesa, accanto ai cassonetti di via Stefano Borgia, all’altezza del civico 22. Da quanto emerso dopo le prime indagini degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma, la giovane, di neanche 17 anni, sarebbe stata uccisa con numerose coltellate.
A colpirla un coetaneo, che l’avrebbe uccisa all’interno dell’abitazione dove vive con la madre, a poca distanza dal macabro ritrovamento, in via Giuseppe Benedetto Dusmet.
L’allarme dei vicini
Ad accorgersi che qualcosa non andava i vicini di casa, che hanno visto il ragazzo trasportare un carrello della spesa dal quale colava del sangue. Dentro un sacco dell’immondizia, dove era stato nascosto il corpo della ragazza. Su di lei i segni di numerose coltellate. Il giovane aveva poi abbandonato il carrello vicino ai cassonetti. I testimoni avevano chiamato i soccorsi, descrivendo anche il ragazzo.
Gli agenti della Polizia, insieme ai colleghi della scientifica, giunti sul posto, avevano chiuso via Borgia e avviato immediatamente le indagini. Da lì si erano recati in via Dusmet, dove – nella palazzina in cui vive il ragazzo sospettato – avevano trovato tracce di sangue nell’androne. Adesso il ragazzo si trova nel Commissariato, per rispondere alle domande degli investigatori. Dovrà spiegare cosa è successo nel pomeriggio di oggi e perché. E quale tipo di relazione ci fosse tra i due ragazzi, che ha portato a questo ennesimo femminicidio.
Shock nel quartiere
Intanto il quartiere è sotto shock. I residenti non riescono a credere a quanto successo e commentano l’accaduto increduli. Sin dai primi momenti dopo l’accaduto, rendendosi conto della gravità del fatto, le persone si erano radunate nei pressi di via Borgia e via Dusmet. “Tutto questo supera davvero ogni cosa terribile sia mai accaduta nel nostro quartiere”, commenta un residente, mentre una signora gli fa eco: “Vi prego, ditemi che non è vero: siamo abituati a tutto, ma questo è troppo”.