Era riuscito ad evitare il carcere facendosi mettere in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Ma da lì, come se niente fosse, aveva continuato a gestire i traffici del suo sodalizio criminale, ritenuto uno dei più importanti nella zona di Roma. L’attenzione nei suoi confronti tuttavia non era mai stata abbassata e il 29 luglio scorso i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, scoperti gravi elementi indiziari a suo carico, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma.
Chi è il ‘boss’ Ugo Di Giovanni
La persona in questione è Ugo Di Giovanni, classe 1977, pregiudicato di origini napoletane, da tempo stanziale sul territorio capitolino. Quest’ultimo era stato arrestato, insieme ad altre 27 persone, nell’ambito dell’operazione “Alba – Tulipano”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma in data 01 dicembre 2020, in quanto gravemente indiziato di essere a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico operanti sotto l’egida del Clan Senese.
In Comunità
Nel successivo Gennaio però – era il 2021 – il boss era riuscito a farsi scarcerare. A seguito infatti di patologie legate a un suo presunto stato di tossicodipendenza, aveva beneficiato della concessione, da parte del Tribunale di Roma, della sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti.
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Le indagini
Come detto però l’attenzione nei suoi confronti non si è mai abbassata da parte dei Carabinieri., Divenuto allora nuovamente oggetto delle investigazioni dei Militari, a carico dell’uomo sono stati raccolti gravi elementi indiziari che hanno portato a ritenere che avesse immediatamente ricominciato a gestire le importanti attività di narcotraffico del sodalizio dall’interno della comunità terapeutica grazie anche all’utilizzo di criptofonini.
Infatti, i militari, coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica capitolina che richiedeva in merito un Ordine di Indagine Europeo, hanno reperito, analizzato e riscontrato tutte le conversazioni intercorse tra il pregiudicato e i suoi accoliti tramite chat crittografate. In particolare, gli investigatori riuscivano a raccogliere gravi indizi che consentivano di ipotizzare che Di Giovanni, a partire dal giorno stesso in cui era stato ammesso alla misura degli arresti domiciliari presso la comunità terapeutica, avrebbe:
- Organizzato ulteriori traffici;
- Chiesto contezza circa la consistenza economica degli affari intrapresi in propria assenza, effettuando la contabilità relative alle forniture di sostanze stupefacenti e cercando di recuperare i crediti dai responsabili delle piazze di spaccio morosi;
- Pianificato l’esecuzione di atti intimidatori nei confronti di uno degli spacciatori che non voleva onorare il proprio debito.
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Arrestato Ugo Di Giovanni
Due giorni fa però il nuovo epilogo della vicenda. Di Giovanni rintracciato proprio all’interno della comunità terapeutica, è stato arrestato e ristretto presso la casa circondariale di Velletri.