Una lotta tra clan. Hanno rapito due donne – rilasciandone poi una per dare le indicazioni su come poter riavere viva l’altra – per chiedere un riscatto di 165 mila euro, oltre a 14 chili di droga. Tutto attraverso una vera e propria azione militare, compiuta da un commando armato. La prima è andata a vuoto, ma non ha fatto perdere d’animo il gruppo di criminali che, la sera del 17 novembre, si sono presentate presso un’abitazione a Roma, all’Eur Torrino. Lì, cercando una persona di etnia rom, hanno tentato di sfondare la porta.
Ma non ci sono riusciti e, per questo, hanno aggredito un uomo, che casualmente abitava nello stesso palazzo, per farsi dare informazioni sulla persona che stavano cercando. La vittima era il proprietario del bar Laurentino 38. Non è la prima volta che viene picchiato: ma non è lui che ha rubato la droga e non è lui che i rom stanno cercando, quindi, dopo aver ricevuto le informazioni, si sono diretti verso Dragoncello, dove abitano alcuni parenti dell’uomo ricercato. Ma lui nn era neanche lì e il commando, sconfitto, ha desistito dall’intento per poi dileguarsi.
Il secondo tentativo e il rapimento
Ovviamente non si sono arresi. La sera del 4 dicembre infatti, le stesse persone, o altri componenti del gruppo criminale, si sono ripresentati presso la stessa casa al Torrino. E stavolta per loro le cose sono andate meglio. Non hanno infatti trovato l’uomo, ma hanno costretto con violenza due donne, appartenenti alla stessa famiglia del ricercato, a salire nelle loro auto per poi rapirle. L’indomani mattina una delle due donne, appartenenti ad una famiglia criminale romana di origini rom, è stata liberata, mentre l’altra è rimasta in ostaggio.
L’allarme
A dare l’allarme alle Forze dell’ordine è stato uno dei figli della donna rimasta in mano ai rapitori. Il ragazzo, di appena 10 anni, aveva visto infatti la mamma mentre spinta con forza salire a bordo di un’auto. Spaventato, aveva chiamato il NUE 112. Sul posto era intervenuta la polizia, che aveva avviato le ricerche, inizialmente infruttuose delle donne. Dopo il rilascio di una delle due donne, gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile e del IX Distretto Esposizione hanno quindi iniziato una serrata ed ininterrotta attività investigativa, con l’utilizzo anche di mezzi tecnici, che ha consentito di comprendere le motivazioni che stavano alla base del sequestro di persona e di rintracciare cosi la vittima del rapimento.
Lo scambio: la donna al posto dei soldi e della droga
Gli agenti, attraverso intercettazioni e appostamenti, sono riusciti a capire che l’appuntamento per lo scambio sarebbe avvenuto nel pomeriggio del 6 dicembre. Il luogo scelto era il centro commerciale Maximo. Lì si dovevano incontrare uno dei sequestratori, che avrebbe portato con sé la donna rapita al fine di usarla per lo scambio con droga e soldi richiesti alla parte della vittima, due donne appartenenti alla famiglia di quest’ultima e un intermediario. Ma è stato proprio al momento dello scambio che è intervenuta la polizia, liberando la donna sequestrata e fermando tutti i presenti. Nel corso dell’operazione, gli agenti hanno sequestrato circa 7 kg di cocaina, ripartiti in panetti da 1 kg., nonché 165.000 euro in contanti, portati sul posto da una delle parenti della donna rapita, come riscatto del sequestro.
Trovati altri 14 chili di droga
Quella portata al centro commerciale non era l’unica droga sequestrata dalla polizia. Infatti, nel corso delle successive perquisizioni locali e domiciliari gli agenti hanno eseguito un ulteriore arresto nei confronti di un sodale del gruppo dei rom. Si tratta un romano, trovato in possesso di 7 kg. di cocaina, 5 kg. circa di marjuana, 2 kg e 200 gr. circa di hashish, oltre che di 5.000 euro in contanti.
A seguito dell’operazione compiuta e degli accertamenti effettuati, sono state arrestate in stato di flagranza tre persone, gravemente indiziate di detenzione ai fini spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta della cugina della vittima, un suo sodale e della persona che aveva fatto da intermediario con i sequestratori. Una quarta persona è stata arrestata in flagranza in quanto gravemente indiziata di sequestro di persona.
Lotta tra clan
Il movente che ha portato al sequestro della donna è da attribuire alla responsabilità della famiglia rom per aver sottratto un ingente quantitativo di stupefacente al sodalizio avverso. La Procura della Repubblica ha chiesto ed ottenuto dal Gip la convalida degli arresti e l’applicazione di misure cautelari personali.
Roma, armato di pistola con maschera e parrucca: così mandava avanti lo spaccio