Era andato, come faceva spesso, alla Casetta Rossa per aiutare i più bisognosi, per distribuire i pacchi alimentari. Poi lì aveva cenato e aveva giocato a tombola, aveva urlato il suo ‘ambo’ spiegano dall’organizzazione. L’ultimo perché Mirko Riggi, un ragazzo di 36 anni, a mezzanotte tra il 27 e il 28 dicembre è stato investito e ucciso da un’auto mentre stava attraversando la strada. E a casa, in zona Casal Bernocchi dove si era trasferito, non è più tornato.
Ostia, investito e ucciso da un’auto: la vittima è il 36enne Mirko Riggi
L’incidente, stando a una prima ricostruzione, pare sia avvenuto all’altezza del cavalcavia Lido nord, 100 metri dopo Via delle Azzorre, in direzione Roma Centro. E’ qui che il 36enne, probabilmente mentre stava attraversando via Ostiense, è stato falciato da un’auto, una Fiat Panda, condotta da un uomo di 53 anni che si è subito fermato a prestare i primi soccorsi. Un impatto fatale e violento: Mirko è stato portato d’urgenza in ospedale, al Grassi di Ostia, dove poco è deceduto, per lui non c’è stato nulla da fare. Il conducente, invece, è stato trasportato presso il Campus Biomedico: per lui sono stati richiesti, come da prassi, gli esami tossicologici e alcolemici. E se da una parte i caschi bianchi continuano a indagare per ricostruire l’esatta dinamica, dall’altra c’è un quartiere intero, quello della Garbatella, che piange Mirko. Lì aveva passato buona parte della sua vita, lì era conosciuto e amato da tutti, lui che si faceva chiamare, forse per gioco, er ‘Giaguaro’. “Un’icona, lo incontravo sempre, salutava e parlava con tutti. Quanto mi dispiace” – e ancora, “Era buonissimo, che brutta sorpresa che ci hai fatto“. Commenti così si susseguono sui social, con le bacheche inondate di pensieri tutti rivolti a Mirko.
Il messaggio dell’organizzazione Casetta Rossa: ‘Ciao Mirko’
Messaggio di vicinanza e parole toccanti anche dai suoi amici della Casetta Rossa: “Mirko se n’è andato, da solo, nella notte. Ci aveva lasciato urlando il suo ambo! aveva ricevuto lamentele invidiose e i sorrisi della comunità, quella comunità, la nostra, che lo ha amato e che continuerà ad amarlo. Ci vorrebbe troppo inchiostro e troppa sofferenza per descrivere quanto fosse importante per noi, più di quanto noi fossimo per lui. Ti ringraziamo per averci scelto, per aver portato la follia creativa delle tue provocazioni, ti ringraziamo per gli interrogatori astrali, per le sigarette chieste mentre dalle labbra pendeva la tua, delle battute geniali, impreviste e imprevedibili, per lo sguardo che ci faceva tana dentro, per il sorriso storto e i tuoi balli, per la compagnia, per aver diviso con noi il pane, per aver agitato i momenti di resa e averci insegnato ancora una volta che non si è persi mai se si cammina insieme, con tutti i passi che la vita ci assegna, a ognuno di noi. Grazie, non ti dimenticheremo mai”.