Omicidio Monte Compatri, i Carabinieri fermano una seconda persona. Si tratta del secondo soggetto ricercato che, dopo i terribili fatti di sangue dello scorso 12 gennaio, era fuggito verso il nord Italia.
Ultim’ora Roma. Continuano le indagini attorno alla morte di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso a colpi di pistola nel parcheggio della Metro C a Pantano. I Carabinieri infatti hanno catturato in queste ore una seconda persona la quale, dopo l’omicidio, aveva fatto perdere le proprie tracce.
I Militari lo hanno però rintracciato e fermato: da quanto si apprende l’uomo era fuggito al nord, trovando rifugio presso l’abitazione di una zia, forse una tappa intermedia per una successiva fuga all’estero. A bloccarlo e ad eseguire il secondo fermo – emesso dalla Procura di Velletri – i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati e dell’Arma di Treviso, città quest’ultima dove il fuggitivo aveva trovato riparo.
La ricostruzione dell’omicidio di Monte Compatri
Al momento dunque sono due i soggetti indagati e in stato di fermo per la morte del 14enne. Il primo, P.C., 24enne originario dell’Est, si era presentato nella serata di domenica 14 gennaio 2024 in caserma accompagnato da due avvocati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, non era presente nel bar venerdì 12 gennaio al momento della lite tra il compagno della madre di Alexandru e un altro ragazzo, ma con lui avrebbe avuto i contatti telefonici per fissare l’appuntamento ‘chiarificatore’.
Ma il 24enne si sarebbe trovato comunque nell’auto da cui sono stati esplosi i colpi assieme ad altri tre uomini, uno di questi compiutamente identificato, che aveva partecipato alla lite all’interno del bar, e ricercato sin dai momenti successivi all’omicidio. Che, a questo punto, potrebbe essere il soggetto rintracciato in queste ore a Treviso.
La lite, poi il dramma
In particolare, poco prima dell’omicidio, è stata ricostruita la lite, che sarebbe avvenuta all’interno di un bar su via Casilina, tra un 29enne, l’attuale compagno della madre della vittima e un ragazzo originario dell’est Europa. Dopo essersi allontanati dal bar, il 29enne romeno avrebbe intrattenuto reiterati contatti a mezzo telefono con il 24enne fermato, non presente all’interno del bar. Così il patrigno di Alexandru Ivan si è recato all’appuntamento nel parcheggio della metro Pantano accompagnato dal 14enne e altri familiari, tra cui due donne. Ma si è trovato di fronte a uno scenario non previsto. Gli occupanti di un’auto hanno aperto il fuoco nei confronti del gruppo presente nel parcheggio, esplodendo diversi colpi d’arma da fuoco, di cui uno ha colpito fatalmente il giovane 14enne.
Chi ha sparato?
Tirando le somme, al momento, resta ancora da chiarire chi, materialmente, avrebbe aperto il fuoco colpendo a morte il ragazzo. Secondo quanto appreso sin qui mancherebbero all’appello, stando ai fatti, altre due persone che sarebbero state presenti all’interno della macchina dalla quale sono stati esplosi i colpi. Una versione smentita però da P.C. che ieri, dinanzi al GIP, avrebbe parlato di più macchine presenti. A chiudere il movente dell’agguato: come riportato nei giorni scorsi, il vero obiettivo del raid sarebbe stato il patrigno della vittima.