Continua ad essere avvolta nel mistero la morte del broker Massimo Bochicchio, l’uomo che ieri ha perso la vita sulla Salaria, a bordo della sua moto, in quello che sembrerebbe essere un incidente autonomo. Sembrerebbe, al condizionale, perché in realtà il giallo resta e sono tante le ipotesi al vaglio, dal suicidio che il cognato ha ‘scartato’, al malore, fino alla pista della vendetta e al regolamento di conti. Massimo Bochicchio, infatti, era ai domiciliari per riciclaggio e abusiva attività finanziaria (ma ieri aveva un permesso) e martedì avrebbe avuto un’udienza per il processo che lo vedeva accusato di aver truffato anche alcuni vip e personaggi dello sport. Processo che, ora, è stato rinviato a settembre.
Il processo a carico di Massimo Bochicchio slitta a settembre
I giudici del tribunale di Roma, come fa sapere La Repubblica, hanno deciso di far slittare il processo a carico di Massimo Bochicchio. Il motivo? Ancora non c’è un certificato di morte e ‘formalmente non c’è la certezza che quel corpo sia di Massimo Bochicchio’. D’altra parte, come ha spiegato il fratello all’avvocato dell’uomo, Gianluca Tognozzi, il corpo sembrerebbe essere irriconoscibile.
Il tribunale di Roma, quindi, ha rinviato formalmente il processo sui 70 milioni che alcuni vip hanno investito e che poi sono scomparsi nel nulla: tra loro il calciatore Stephan El Shaarawy e gli allenatori Antonio Conte e Marcello Lippi. “È un po’ imbarazzante per il tribunale anche individuare una data di rinvio perché non sono prevedibili i tempi di accertamento della salma. Da fonti aperte apprendo che è rimasto carbonizzato e immagino occorra l’esame del dna. Data l’eccezionalità – ha spiegato la Corte – possiamo dire che potremmo definirlo alle prime udienze di settembre, almeno che non si voglia definire prima, appena arrivato il certificato di morte”.
Come è morto il broker?
Massimo Bochicchio, noto broker, ha perso la vita ieri, poco prima delle 12, in via Salaria, all’altezza dell’aeroporto dell’Urbe, al civico 875 in direzione Roma. Prima avrebbe perso il controllo della sua moto, poi si sarebbe schiantato contro il guard rail. Il mezzo, una moto BMW, è andata completamente distrutta, sia dallo schianto che dalle fiamme, quindi per il conducente non c’è stato scampo. Quella moto era sua, ma ancora non è chiaro se il corpo carbonizzato appartenga a lui. Sono tantissime le ipotesi, ma una certezza in tutto questo ‘mistero’ c’è: il tribunale ha rinviato l’udienza al 15 settembre perché la salma va riconosciuta e bisogna aspettare tutti gli accertamenti.