Un’altra storia che fa venire i brividi, un’altra storia che ci fa pensare di vivere in un mondo così ‘malato’ che la speranza che le cose possano migliorare si fa sempre più piccola. Era sicuramente un bravo ‘attore’. La mattina sapeva come gestire i suoi bimbi della scuola. Li studiava, li controllava e chissà cos’altro immaginava. Poi di pomeriggio si trasformava in una delle persone più crudeli e più malvage che possano esistere.
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La storia
Nel pomeriggio preparava il suo ‘piano di studio‘. Ben diverso da quello che un’insegnante dovrebbe seguire. Apriva il suo computer, la sua webcam e adescava ragazzine di 12, 13 e 14 anni. L’uomo di 50 anni diventava un mostro. E non si faceva vedere neanche con il suo volto. Secondo le indagini della polizia postale di Brescia e del CNCPO del servizio polizia postale delle Comunicazioni di Roma, l’uomo si spacciava per un giovane ragazzo grazie all’utilizzo di un’app in grado di modificare gli aspetti somatici del viso, deepfake.
Le ragazzine quindi non potevano immaginare cosa ci fosse dietro. Non potevano pensare che fosse proprio lui. Allora piano piano si fidavano, si lasciavano andare e ascoltavano ciò che l’uomo diceva. Il maestro di origini piemontesi, avrebbe filmato e conservato tutto. La polizia, quando gli ha sequestrato lo smartphone, ha trovato circa 144 contenuti tra immagini e video.
La denuncia e le indagini
Tutto è partito da una denuncia sporta presso la Polizia Postale di Brescia da parte della madre di una minorenne vittima di adescamento. Le indagini non sono state facili. “Le ricerche dell’indagato sono risultate estremamente laboriose in quanto l’uomo – un cinquantenne di origini piemontesi – è risultato per mesi irrintracciabile”. Quel filtro che utilizzava per adescare le minorenni ha reso tutto più complicato.
La perquisizione e l’arresto
Gli agenti lo hanno trovato nella sua casa a Roma e proprio lì è stato arrestato per pedopornografia, adescamento minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Durante la perquisizione domiciliare e informatica, nel suo telefono, sono stati trovati 144 file, tra immagini e video a carattere pedopornografico. Le ricerche hanno inoltre consentito di “ricostruire ulteriori condotte di adescamento nei confronti di altre giovani vittime con le quali l’uomo intratteneva videochiamate a sfondo sessuale”.
Considerate le fonti di prova acquisite, il G.I.P. di Brescia ha disposto la custodia cautelare a carico dell’insegnante, che è stato immediatamente trasferito in carcere.
Le indagini, condotte dalla Polizia Postale di Brescia, con il supporto del CNCPO del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, ha impegnato anche i Compartimenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia, della Calabria e del Lazio, con il coordinamento delle Procure della Repubblica di Brescia e di Reggio Calabria.