Un’altra donna uccisa da un uomo violento. È successo a Roma, dove un uomo di origine rumeno ha massacrato di botte fino a farla morire la compagna, una donna di appena 33 anni. Lui l’ha picchiata nel tempo, l’ha fatto senza pietà. E botte dopo botte, calci dopo calci, la giovane moglie, non ce l’ha fatta: è morta, uccisa da chi doveva amarla, tutelarla e proteggerla. Da chi, invece, non ha fatto altro negli anni che offenderla e aggredirla anche davanti alla figlioletta. Una bimba di 8 anni che lui ha pensato bene di ‘sottrarre’ alla madre, per farle l’ennesimo dispetto, e portarla via, all’estero, contro la sua volontà. Ora quell‘uomo, l’aguzzino, è stato arrestato: lui, un 38enne di origine romene, è gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Ma anche di sottrazione e trattenimento di minore all’estero.
Le continue botte fino al tragico epilogo con la morte della donna
Indagini lunghe, complicate, prima di arrivare all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma. La moglie e la figlia, una bimba di appena 8 anni, per tanto, troppo, tempo, sono state sottoposte a ripetute vessazioni da parte dell’uomo. Un incubo fatto di violenze fisiche, morali, piscologiche. Un incubo che ha avuto il peggiore degli epiloghi perché la donna, di 33 anni, è morta. E l’indagine è partita proprio da lì, da quel ricovero della vittima, che era giunta in un ospedale della Capitale nel gennaio dello scorso anno in gravissime condizioni.
Tutti i precedenti episodi di violenza
Chi ha indagato ha cercato di ricostruire tutti gli episodi precedenti, le aggressioni fisiche subite dalla donna. E quei numerosi accessi ai pronto soccorso con prognosi anche di svariati giorni. Lei finiva in ospedale e raccontava di essere caduta, di aver fatto i conti con un incidente domestico. Ma dietro si portava le botte, i calci e quella continua violenza che viveva dentro le quattro mura di casa. Come se quel provvedimento di ammonimento per violenza domestica emesso dal Questore di Roma nell’agosto del 2020, nei confronti dell’uomo, non fosse servito a nulla.
L’incubo vissuto dalla donna
La vittima aveva paura del suo compagno, nonché del padre della figlia. Dipendeva economicamente da lui e l’uomo le aveva impedito di crearsi un suo spazio, una sua vita. Tutto era sotto il suo controllo: la donna non poteva avere rapporti con la sua famiglia d’origine, non poteva parlare con i vicini. Non poteva utilizzare i social e non aveva nessun potere sulle entrate economiche. Una schiava in tempi moderni.
L’allontanamento della figlia e il ‘viaggio’ verso la Romania
Come se non bastasse, alle botte e alle offese, l’uomo ha pensato bene di dare l’ennesimo duro colpo alla moglie. Di portarle via l’unico e vero amore della sua vita, la sua bimba di appena 8 anni. L’indagato, infatti, ha deciso di allontanare la minorenne, l’ha portata in Romania e l’ha affidata ai nonni paterni. Tutto questo per far sì che la moglie lavorasse come badante e lo facesse a tempo pieno per ottenere delle entrate ultronee. Una decisione non condivisa dalla donna, al punto che ora l’uomo dovrà rispondere anche di sottrazione e trattenimento di minore all’estero.
L’arresto dell’uomo violento
Tutti gli accertamenti svolti dagli inquirenti e le consulenze medico legali, che sono state effettuate dopo la morte, sono stati determinanti perché hanno consentito di ravvisare un nesso di causalità tra le gravi condotte dell’uomo e il decesso della 33enne. L’uomo ora si trova nel carcere di Frosinone: tutto questo dopo un’articolata indagine portata avanti dagli investigatori della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare.