Un’altra vittima innocente. Fabiana De Angelis, 50enne dottore commercialista, è morta nel pomeriggio di martedì 13 dicembre. Le ferite riportate dai colpi di pistola sparati da Claudio Campiti erano troppo gravi. Era stata colpita al collo e il proiettile aveva provocato una profonda lesione alla carotide e a una vertebra. La sua morte ha sconvolto tornato a sconvolgere la Capitale, ancora sotto shock da quanto successo domenica.
A comunicare ufficialmente la morte della commercialista è la direzione del S. Andrea, dove era ricoverata dal momento della sparatoria. “Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale della paziente. L’Azienda esprime il proprio sentito cordoglio alla famiglia”. Parole che hanno gettato nello sconforto più totale la famiglia, il marito e i suoi due figli adolescenti, di 16 e 14 anni anni.
Uccisa accanto all’amica e collega
Fabiana, che era accanto a Nicoletta Golisano, di cui era collega, è stata colpita per terza dalla furia omicida di Claudio Campiti. L’uomo, appena entrato, ha mirato contro la dirigenza del consorzio, ritenuto “il male”. Fa fatto fuoco contro la presidente Bruna Martelli, rimasta ferita, poi ha colpito Nicoletta Golisano, uccidendola. Di seguito è toccato appunto a Fabiana, che era seduta tra le due.
“Dopo Nicoletta Golisano, deceduta domenica scorsa, si è spenta oggi anche Fabiana De Angelis. Due colleghe commercialiste cadute per mano di un folle nello svolgimento scrupoloso della loro attività professionale, vittime di una tragedia immane. Tutti i 120.000 commercialisti italiani, sgomenti, sono oggi al fianco della famiglia di Fabiana, come domenica erano stati a fianco di quella di Nicoletta”, scrive in una nota il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano De Nuccio. “La sparatoria di Roma ha scosso tutta la nostra comunità nazionale. I nostri canali social sono travolti in questi giorni, in queste ore, da migliaia e migliaia di manifestazioni di dolore, solidarietà e vicinanza ai parenti delle due colleghe. Un sentimento di profonda costernazione di cui il Consiglio nazionale si fa interprete. Ci impegneremo, in forme e modi che studieremo già nei prossimi giorni, ad onorare la loro memoria”.
Le altre vittime
Le altre donne uccise da Campiti sono Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano, ed Elisabetta Silenzi. Sabina Sperandio, la più anziana del gruppo, aveva 71 anni. Era l’unica tra le donne uccise a non avere figli, ed era stata una delle prime a prendere casa nel consorzio. Dopo qualche tempo era ritornata a Roma, e seppur pensionata, aveva continuato sempre a seguire le vicende di Valleverde. Una passione e un coinvolgimento che, però, alla fine, le sono costate la vita. Elisabetta Silenzi, 55 anni, nata a Roma, si era trasferita da qualche tempo ai Castelli Romani. Una vita tranquilla e felice, nonostante la separazione dal marito: aveva due splendide figlie. Dapprima il trasferimento ad Albano Laziale, poi ad Ariccia, la sua ultima residenza. infine Nicoletta Golisano, amica anche della Premier Giorgia Meloni. Di professione dottore commercialista, 50 anni, era sposata e aveva un figlio. Ed è proprio il Presidente del Consiglio a descriverla. ““Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune”.