Sembra non esserci fine all’incubo di una ragazzina di Ardea, Claudia (nome di fantasia), presa di mira dai bulli prima a scuola e ora durante le vacanze. E’ successo nella serata del 26 luglio scorso: la 13enne è stata raggiunta alle giostre di Torvaianica ed è stata nuovamente picchiata.
14enne di Ardea presa a pugni alle giostre di Torvaianica
Stando a quanto ricostruito la giovane si trovava in compagnia di alcuni amici alle giostre di Via Danimarca a Torvaianica, dopo essere stata accompagnata dalla mamma. Ad un certo punto però, nel corso della serata, la giovane si allontana un momento per andare in bagno, sempre all’interno del parco. Ed è lì che entrano in azione i bulli.
Picchiata e presa a pugni nello stomaco
Sono in tre, stando al racconto della ragazzina. Uno lo riconosce, sarebbe lo stesso che già nei mesi scorsi, insieme ad altri ragazzini, l’aveva picchiata e mandata in Ospedale. Di nuovo, allora, si consuma la violenza. Il ragazzo l’afferra alle spalle e la colpisce con diversi pugni all’addome. Intanto altri due coetanei assistono divertiti alla scena. Se la ridono. Dopodiché si allontano lasciando la ragazzina a terra.
La denuncia
Non appena rientrata dolorante dal resto della sua comitiva, e raccontato cosa gli era capitato, immediatamente viene chiamata la mamma che si precipita sul posto e la porta al pronto soccorso, dove i medici le riscontrano contusioni guaribili in 6 giorni. Il giorno seguente, ancora sotto choc, entrambe racconteranno la loro versione ai Carabinieri di Ardea, sporgendo formale denuncia.
La studentessa già aggredita alla Virgilio di Ardea e a Pomezia
La ragazza, trasferitasi da Ardea ad Aprilia ma frequentante le medie ancora sotto la Rocca, era già stata vittima di altre aggressioni. In una di queste occasioni, era il febbraio scorso, era finita al Pronto Soccorso dopo essere stata aggredita nel piazzale antistante la Scuola Media Virgilio di Via Laurentina. Anche in quel caso i bulli erano tre. Ma un “perché” dietro le aggressioni pare non esserci: “Non so perché ce l’abbiano con lei“, ci aveva detto la mamma. “Prima avevano puntato un altro ragazzino, adesso mia figlia“. Non a caso ad Ardea, negli ultimi mesi, il fenomeno dei baby bulli è esploso anche se in pochi – come la coraggiosa mamma di Claudia – decidono di denunciare.
I messaggi e le minacce
Qualche giorno prima, in quel caso a Pomezia, era successo di nuovo. Così come un anno prima dove gli stessi ragazzi erano arrivati a cercarla in venti, con in particolare una ragazzina che voleva picchiarla. Nel tempo poi erano arrivati anche i messaggi, gli insulti e le minacce: “Putt…a, ti ammazzo, sei una str…a”, il tono delle intimidazioni tutte fatte con account fake. I messaggi ricevuti da Claudia del resto erano inequivocabili del resto: “Ti facciamo fuori”, “Torniamo e il coltello te lo infiliamo, non come il 17 che ti abbiamo preso a pugni”. Un incubo che sembra non avere fine. Anche dopo la scuola.
“Mia figlia non vive più”
“Claudia non vive più”, racconta disperata la mamma. “E noi non ce la facciamo più, a stare così, con l’incubo che nostra figlia non possa più uscire di casa, con il timore che possa essere aggredita in qualsiasi momento. Stavolta ci siamo rivolti anche a un avvocato penalista. Vogliamo andare a fondo a questa vicenda. Perché questi bulli stanno ancora in giro come se niente fosse? Eppure mia figlia ne ha riconosciuto almeno uno con certezza. Perché le vittime sono sempre quelle che devono rimetterci?”